Cosenza

Sabato 23 Novembre 2024

Muore 24 ore dopo dimissioni ospedale, scatta l'inchiesta

Un nuovo presunto caso di malasanità all’ospedale civile di Cosenza? E’ quanto sta cercando di accertare la procura bruzia dopo la querela presentata da due ragazze di Amantea nei confronti di alcuni sanitari del pronto soccorso ipotizzando negligenza e superficialità nell’assistenza al padre, un cinquantenne, morto 24 ore  dopo essere stato dimesso dal nosocomio dell’ Annunziata. Le due giovani donne nella denuncia hanno ricostruito quei momenti tragici che, come scrivono nell’esposto, hanno sconvolto in maniera irreparabile le loro vite, già segnate dalla morte prematura della mamma, dieci anni fa. Il tutto è iniziato la mattina del 15 maggio scorso quando l’uomo improvvisamente  si è sentito male: forti dolori allo stomaco, sudorazione, disartria. Immediata la corsa presso il pronto soccorso di Paola. Qui i sanitari diagnosticano un TIA, ovvero un attacco ischemico transitorio. Rimane per qualche ora sotto osservazione. Nel pomeriggio decide di tornare a casa nonostante le condizioni rimanevano preoccupanti. Nella notte il peggioramento. E questa volta si opta per il pronto soccorso di Cosenza. Arrivato all’Annunziata l’uomo riferisce di stare molto male e della diagnosi all’ospedale di Paola. Viene sottoposto a visita neurologica. Lo specialista consiglia una risonanza o una tac da ripetere a distanza di due settimane perché c’erano delle anomalie compatibili con una lesione irritativa cerebrale. Ma a questo punto, raccontano le ragazze,  il medico del pronto soccorso disattende le indicazioni, questa la loro versione ovviamente tutta da confermare, e diagnostica una crisi epilettica prescrivendo i farmaci relativi. Tre ore dopo, nonostante i dolori persistenti, l’uomo viene dimesso e torna a casa, ma a distanza di ventiquattro ore il suo cuore si ferma lasciando nella disperazione le figlie, disperazione acuita dal sospetto che il genitore non abbia ricevuto l’attenzione e le cure necessarie. Da qui la denuncia. Ora sarà la procura di Cosenza, che ha già aperto una inchiesta, a stabilire se siamo in presenza dell’ennesimo caso di malasanità oppure no, se vi siano state o meno responsabilità.

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