Hanno deciso di festeggiare cosi la giornata mondiale del rifugiato gli ospiti del centro di accoglienza di Amantea sul tirreno cosentino che per qualche ora hanno bloccato la statale 18 e poi hanno proseguito la protesta davanti l’ex albergo in cui sono alloggiati. Hanno voluto richiamare l’attenzione sulla loro condizione: sono parcheggiati nelle strutture d’accoglienza da più di un anno qui come in altri centri della Calabria in attesa del permesso di soggiorno o del riconoscimento dello status di rifugiato. Qualcosa insomma che consenta loro di poter lasciare queste gabbie dorate e rifarsi una vita. Purtroppo, l’agognato provvedimento è arrivato solo per alcuni e allora ecco che si è scatenata una guerra tra poveri, la protesta ha assunto toni molto accesi. Insofferenza ed esasperazione nei loro volti, nelle loro parole. Sono uomini e donne provenienti soprattutto dal nord africa, dalla Costa d'Avorio al Sudan, dalla Somalia alla Libia,attraversato da guerre civili, colpi di stato oltre agli endemici problemi di povertà. Fanno parte dei circa 800 mila disperati in fuga dalla morte, dalle persecuzioni: ben 34 mila quelli approdati in Italia,il 240% in piu' rispetto al 2010. Cifre che collocano il nostro paese al quinto posto tra gli Stati destinatari dei richiedenti asilo. E per comprendere la portata drammatica di questo fenomeno e anche della protesta odierna un dato: lo scorso anno il Governo italiano ha concesso protezione a 7.485 richiedenti asilo su 25.655 istanze: tra questi 1.870 hanno ottenuto lo status di rifugiato, 2.265 la protezione sussidiaria e 3.350 permessi di soggiorno per motivi umanitari. Tutti gli altri sono sospesi in una sorta di limbo, reclusi nei centri di accoglienza, di permanenza temporanea o nelle strutture messe a disposizione dai comuni.