La fumata nera romana sul mantenimento del tribunale di Castrovillari non ha dissuaso cittadini, istituzioni, ordini professionali, associazioni che si sono unite nella lotta per salvare il palazzo di giustizia. Dopo un attimo di perplessità, di disorientamento, si è deciso di reagire. E’ stata creata una unità di crisi con a capo l’amministrazione comunale, per coordinare le iniziative di protesta: subito l’occupazione del palazzo di giustizia avviata la notte scorsa dopo che il sindaco Domenico Lo Polito aveva espresso il rammarico per l’esito non fruttuoso dell’audizione in commissione giustizia. E stamani il primo cittadino ha preannunciato altre forme di lotta in cantiere tra cui la restituzione dei certificati elettorali nei 39 comuni del comprensorio e una marcia su Roma. Lunedi la protesta si sposterà nella capitale. Nel pomeriggio un gruppo di manifestati con decisione autonoma ha provato ad attuare anche il blocco dello svincolo autostradale. Si vuole far capire al ministro Severino che si appresta a firmare il decreto, che sarebbe una profonda ingiustizia, un vulnus alla democrazia e alla legalità. Il Pollino non è disponibile ad accettare la chiusura del suo tribunale solo perché non ha santi in paradiso, non ha chi possa fare pressioni pesanti come sta avvenendo per altre realtà della Calabria. Questo tribunale è primo in Italia per produttività nei processi penali , tra cui numerosi maxi processi alla ndrangheta e secondo per quelli civili. Non ultimo dispone di un nuovo palazzo di giustizia in via di ultimazione. Non sono questi requisiti validi? Una cosa è certa: qui nessuno mollerà, se necessario sarà rivolta.
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