I Consiglieri regionali Carlo Guccione, Bruno Censore, Antonino De Gaetano (PD), Ferdinando Aiello (Progetto Democratico Sel) e Domenico Talarico (Italia dei Valori) hanno inviato una lettera ai direttori generali delle Aziende Ospedaliere e delle Aziende Sanitarie Provinciali della Calabria attraverso cui chiedono i dati degli accessi e dei decessi registrati nei Pronto Soccorso degli ospedali calabresi nel 2010, nel 2011 e nei primi sei mesi del 2012. Tale richiesta scaturisce dai dati confermati dallo stesso Direttore Sanitario dell'Ospedale "Spoke" di Castrovillari che, solo per i primi sei mesi del 2012, parlano di 37 decessi che, rispetto agli anni precedenti, si sono triplicati suscitando grande preoccupazione nell'opinione pubblica calabrese. "Conosciamo e apprezziamo -afferma l'on. Carlo Guccione, primo firmatario della missiva-- l'abnegazione ed i sacrifici a cui è continuamente sottoposto il personale medico e paramedico che spesso è costretto ad operare in situazioni di grave precarietà in tutti i Pronto Soccorso della nostra regione. Sappiamo che questo personale, a cui esprimiamo sincera stima e solidarietà, è spesso costretto ad operare in condizioni di grande emergenza, con un personale ridotto al lumicino e, il più delle volte, senza nemmeno gli strumenti tecnologici sanitari necessari. Sappiamo anche che la mancata riconversione dei presidi ospedalieri chiusi in Centri di Assistenza Primaria Territoriale (CAPT) o in Case della Salute fa sì che i pazienti, soprattutto quelli provenienti dalle zone più distanti dai presidi sanitari rimasti, giungono ai pronto soccorso in situazioni assai critiche, molto spesso quando non c'é più nulla da fare. La disorganicità, la confusione ed il pressappochismo con cui sono stati riorganizzati (si fa per dire!) il sistema di urgenza-emergenza ed i servizi territoriali sanitari in Calabria, ha prodotto questo risultato tant'é che, ad oggi, non vengono garantiti nemmeno i livelli essenziali di assistenza e la continuità assistenziale". "Come se tutto ciò non bastasse -prosegue il consigliere regionale del Pd- i tagli lineari operati dal Commissario Scopelliti più ai servizi sanitari e meno alle clientele e agli sprechi, hanno fatto sì che il permanere del debito sanitario, ad oltre due anni e mezzo dell'entrata in vigore del decreto di commissariamento della sanità in Calabria, ha indotto perfino il Ministero dell'Economia a sanzionare la nostra regione con l'aumento dell'Irap e dell'Irpef per tutto il 2012. Tradotto in soldoni questo significa che un'impresa che opera in Calabria paga il 27% di Irap in più di un'analoga impresa che esercita in Lombardia e l'Addizionale Irpef per i contribuenti calabresi sarà del 65% in più dell'aliquota base. Ciò significa che un cittadino lombardo con un reddito di quindicimila euro all'anno dovrà versare nel 2012 184,5 euro, mentre un cittadino calabrese con lo stesso reddito dovrà pagare con la supertassa 304,5 euro. Al danno, quindi, si è aggiunta anche la beffa: non solo la sanità non funziona ma aumentano anche le tasse e i sacrifici per i calabresi!" "E' arrivato il momento -conclude Guccione- di passare dalla sanità virtuale costruita da Scopelliti, fatta solo di decreti e documenti, ad una sanità che trovi riscontro, concretezza ed efficacia in una realtà che presenta mille criticità che, se non affrontate e risolte per tempo, rischiano di diventare minaccia incombente e seria per la vita dei cittadini.