"Sono orgogliosa di poter tornare in Calabria, lo sono ogni qualvolta c'é una iniziativa che porta il nome di mio fratello Denis. Devo tanto alle associazioni che organizzano questi eventi, mi sembra quasi che mio fratello riviva". Lo ha detto, incontrando i giornalisti oggi a Cosenza, Donata Bergamini, la sorella del giocatore del Cosenza scomparso nel 1989 in circostanze misteriose e sulla cui morte, valutata inizialmente come un suicidio, la Procura della Repubblica di Castrovillari ha riaperto l'inchiesta. Donata ha preso parte alla conferenza stampa di presentazione del programma di due iniziative patrocinate dalla provincia di Cosenza che si svolgeranno a San Giovanni in Fiore e Aiello Calabro il 27 e 28 luglio in onore di Denis Bergamini. "Senza i tanti ragazzi che insieme alla nostra famiglia da anni si battono per ottenere la verità sulla morte di mio fratello - ha detto Donata - non sarei qui. A questi giovani va il mio più sentito ringraziamento. Per anni ho vietato ai miei figli di venire in vacanza in Calabria, volevo cancellare questa regione dai miei pensieri. Non mi fidavo di nessuno, e volevo proteggere i miei figli. Oggi al contrario dico loro: venite in Calabria. Questa terra mi ha dato tanto. Mi torna alla mente il corteo che si tenne a Cosenza nel dicembre del 2009. Un nutrito gruppo di tifosi e tanti ragazzi scesero in strada per sollecitare la riapertura delle indagini sulla morte di mio fratello. Quando sono tornata in Emilia, mi sono detta: è stata una bella manifestazione, ma poi non cambierà nulla. Non è stato così, da quel giorno sono state molte le persone che mi hanno contattato. Ho conosciuto tante persone che mi hanno dimostrato tutto il loro affetto". Le manifestazioni sono state promosse dall'associazione "Verità per Denis". Nei due comuni saranno raccolti fondi che saranno destinati al reparto di Pediatria dell'Annunziata di Cosenza. La Provincia di Cosenza, ha sottolineato Franco Iacucci, collaboratore del presidente Mario Oliverio, assente per motivi istituzionali, "é da sempre vicina al mondo delle associazioni. Il miglior modo per chiedere giustizia e verità sulla sua morte è tenere alta l'attenzione promuovendo una serie di incontri e dibattiti come quelli che abbiamo in programma per i prossimi giorni". (ANSA)