"Sono amareggiato e mi viene voglia di abbandonare questo calcio". A dirlo è stato il presidente della squadra di calcio del Cosenza Eugenio Guarascio dopo aver appreso che l'alta corte ha dichiarato inammissibile il ricorso presentato dalla società contro la decisione della Lega Pro di non ammettere i rossoblu nel campionato di seconda divisione, nonostante quest'ultima abbia vinto i play off di serie D. "E' triste - ha aggiunto - constatare che i vecchi metodi in cui spesso, la discrezionalità può prevalere sulle regole, possano pregiudicare il percorso serio, pulito e rispettoso che una società di calcio ha in animo di compiere. Dobbiamo prendere atto che, evidentemente, tutto viene ricondotto ad esperienze del passato, quasi fossero le uniche praticabili possibili. La correttezza e la lealtà, è giusto ribadirlo, hanno attecchito su questo territorio da tempo, ma evidentemente in pochi se ne sono accorti. Viene voglia di lasciare questo calcio stretto nella morsa dell'impossibile che diventa possibile. E' una delusione forte e cocente che mina la nostra speranza, che snatura la nostra idea di sport, confinando questo territorio nello spazio angusto di chi è destinato a non crescere mai. Non sappiamo ancora se continueremo a fare calcio, se dovessimo decidere di andare avanti lo faremo solo e unicamente per la nostra gente, i nostri tifosi e i nostri giovani, non certo per chi ancora una volta ha dimostrato di non recepire quei segnali di cambiamento che già da tempo è possibile intercettare se solo si guardasse con più attenzione alla nostra realtà". "E' chiaro - ha concluso Guarascio - che il governo del sistema calcistico necessita, come ogni settore della vita sociale, di un impulso di novità, per evitare dannose incrostazioni e deleteri preconcetti". (ANSA)