Saverio Osso trema. Non è la paura ma l’effetto dei farmaci. Una vita frantumata da una cartella clinica sbagliata. Da cure errate somministrategli per quasi un anno. Dal 2002 al 2003. Non erano la cura per lui, ma per un suo omonimo di Amantea che ora è deceduto. Saverio si piazza davanti al Tribunale di buon’ora e dà il via alla sua pacifica protesta contro un sistema che ancora non lo ha risarcito dai danni subiti. Il 21 marzo 2011 doveva tenersi l’udienza giudiziaria sulla vicenda, che però poi è slittata. Nel mezzo intoppi legali e burocratici, una perizia non fatta a causa prima della mancata presentazione dell’interessato (non era ancora in buone condizioni di salute),poi lo scioglimento del vecchio Ctu di Scalea e l’assegnazione allo stesso Osso di un nuovo Ctu a Rende. Adesso è in attesa che si convochi quella famosa udienza. Il suo avvocato, Giuseppe Marino, andrà fino in fondo perché è necessario riaccendere la luce sulla vicenda di un uomo dimenticato da tutti. Quella luce che ieri è mancata per ore nella cittadella giudiziaria per un guasto che ha interrotto le attività degli uffici ma non di certo la sua protesta.