"Il Consiglio provinciale - è scritto nel documento - considera l'insieme della gestione sanitaria la più alta espressione del fallimento del regionalismo calabrese e meridionale. Negli anni man mano che crescevano le competenze e le funzioni in materia sanitaria in capo alle Regioni, in Calabria non si è stati capaci di costruire un sistema sanitario vincolato a strumento di programmazione e di controllo. Oggi, però, alle inefficienze antiche si sommano nuove responsabilità derivanti dai vincoli sul controllo della spesa e sugli obblighi derivanti da una riorganizzazione dell'intero sistema. Si sono affermati in questo ambito limiti ed errori che hanno visto prevalere solo una logica di tagli senza alcuna organicità rispetto alle necessarie alternative di offerte dei servizi che bisognava preventivamente garantire. L'attivazione errata del piano di rientro, ormai prossimo a scadere (31/12/2012) ha determinato nei fatti un vero e proprio collasso nel sistema sanitario. Il blocco totale del turn-over ha prodotto una vera e propria emergenza nella totalità delle strutture ospedaliere e negli stessi servizi sanitari territoriali. I livelli essenziali di assistenza sono fortemente compromessi. La rete ospedaliera a partire dall'ospedale di Cosenza e degli ospedali spoke di Castrovillari, Rossano - Corigliano, Paola-Cetraro soffrono una quotidiana emergenza di risorse umane e tecnologiche che espongono a seri rischi sia l'utenza che gli stessi operatori. La convergenza di più fattori ha nei fatti determinato una condizione di vera e propria emergenza. La mancanza di governo della situazione è alla base del collasso del sistema sanitario. La stessa articolazione della rete ospedaliera e dei servizi territoriali non trova nessuna rispondenza tra l'impostazione annunciata e la realtà dei fatti. L'aver proceduto alla disattivazione dei presidi ospedalieri minori, persino quelli rientrati nella pianificazione di presidi di confine ha comportato la creazione di veri e propri deserti sanitari all'interno della nostra Provincia. Ciò ha comportato che lo stesso ospedale HUB di Cosenza, che nei fatti dovrebbe garantire la totalità delle alte specialità, oggi è costretto a far fronte a una domanda indistinta di servizi che andrebbero filtrati e tutelati con attività di territorio e di servizi ospedalieri di primo livello. Persino la disponibilità di un posto letto è diventato un miraggio con pazienti che sono costretti a ricoveri spesso fuori Provincia o fuori Regione. Permane ancora sofferente la stessa rete delle emergenze che per la complessità orografica e la vastità del territorio provinciale espone vaste aree del territorio a rischi seri rispetto ai tempi di intervento sulle emergenze". Il Consiglio provinciale di Cosenza, quindi, "ritiene non più accettabile lo stato in cui versa l'intero sistema sanitario provinciale e delega il suo Presidente a volere assumere tutte le iniziative istituzionali tese a: sollecitare il Ministero della salute e lo stesso tavolo di monitoraggio interministeriale a voler concedere alla Regione strumenti in deroga per il solo personale sanitario e parasanitario, al blocco del turn-over a partire dalla stabilizzazione del personale già in regime di precariato; sollecitare il Presidente della Giunta regionale nella qualità di Commissario straordinario a voler comunque mantenere in servizio tutto il personale precario con contratto a scadenza; sollecitare lo stesso Consiglio regionale a legiferare in coerenza con la normativa nazionale in materia di stabilizzazione; sollecitare il Presidente della Giunta regionale e la Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Protezione Civile al fine di definire il trasferimento delle competenze in materia di investimenti sanitari che nello specifico di Cosenza significa completare le procedure di gara riguardante l'aggiudicazione dei lavori per la costruzione del nuovo ospedale della Sibaritide ed il piano per il potenziamento tecnologico degli ospedale di: Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria".
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