Il Ministro dell'Interno Anna Maria Cancellieri sta valutando se estistono le condizioni per nominare una commissione d'accesso per accertare eventuale infiltrazioni mafiose nel comune di Rende.L’avvio della procedura per l’accesso scaturisce dall’arresto stamattina dell’ex sindaco, Umberto Bernaudo, e dell’ex assessore Pietro Paolo Ruffolo con l’accusa di corruzione e corruzione elettorale.Il Viminale prenderà la decisione sulla base della valutazione preventiva che sarà fatta dalla Prefettura di Cosenza su eventuali infiltrazioni mafiose nel Comune. Intanto nel pomeriggio diramata una nota ufficiale del municipio in cui si afferma: «L'Amministrazione comunale di Rende ribadisce la totale fiducia nella magistratura ed il rispetto del lavoro investigativo in corso; così come auspica che possa giungersi in tempi ragionevolmente brevi all’ accertamento dei fatti, nel contraddittorio delle parti». «Resta fermo – prosegue la nota – ed al di sopra di ogni strumentalizzazione politica il dato di una esperienza amministrativa importante che, nel corso di tanti anni, ha fatto della Città di Rende un punto di riferimento per qualità dello sviluppo e buon governo». «Dalle informazioni – si aggiunge – e dai documenti forniti dall’amministratore unico e direttore generale della Rende Servizi si rileva che Michele Di Puppo era dipendente della società nel settore dello spazzamento. Risulta, perciò, assolutamente non rispondente alla realtà quanto emerge dalle note delle agenzie di stampa, secondo le quali la Rende Servizi sarebbe riconducibile allo stesso Di Puppo. La Rende Servizi è una società a totale capitale comunale (cosiddetta società in house), che svolge in regime di convenzione numerosi servizi, vale a dire spazzamento, cura del verde, manutenzione degli immobili comunali compresa l’attività di pulizia, scuolabus, supporto ai servizi sociali, manutenzione degli impianti di illuminazione, custodia dei musei e delle biblioteche, servizi cimiteriali e manutenzione delle fognature». «Dalle notizie di stampa – conclude la nota – emerge che è stata esclusa dal Giudice per le indagini preliminari qualsiasi riferimento a fattispecie di natura associativa». Al termine della giornata dopo la valutazione interna al Pd arriva la posizione ufficiale del partito a firma del commissario Alfredo D'Attorre«Auspichiamo che la magistratura possa quanto prima fare chiarezza sui fatti che sono contestati al consigliere provinciale Umberto Bernaudo e all’ex assessore provinciale di Cosenza Pietro Ruffolo e che hanno portato al provvedimento di custodia cautelare domiciliare nei loro confronti». «Nell’esprimere – aggiunge – piena fiducia nel lavoro degli organi giurisdizionali, auspichiamo che gli indagati – per i quali allo stato si applica il provvedimento di sospensione dall’anagrafe degli iscritti, sulla base del codice etico del Pd - possano dimostrare la loro completa estraneità agli addebiti, dopo che il Gip ha già escluso l’ipotesi del reato di concorso esterno in associazione mafiosa e dell’aggravante dell’utilizzo del metodo mafioso. Nel ribadire una linea di assoluto e rigoroso contrasto a ogni forma di infiltrazione e condizionamento mafioso sugli enti locali e un atteggiamento di pieno sostegno e collaborazione con organi dello Stato impegnati a tutti i livelli nel contrasto a questi fenomeni, ribadiamo che il valore dell’esperienza politica e amministrativa del Comune di Rende non può essere infangato da strumentalizzazioni politiche».
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