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Commissione d'accesso
disposta dal prefetto

Un vero e proprio macigno quello che stamani si è abbattuto sulla azienda sanitaria provinciale cosentina. Il prefetto di Cosenza Raffaele Cannizzaro, delegato dal ministro dell’Interno Cancellieri ha nominato la commissione d’accesso che dovrà accertare eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa nell’ASP. Una ipotesi inquietante che getta ombre sinistre sulla sanità, ombre che il provvedimento dovranno chiarire. Componenti della commissione  il vice prefetto Maria Virginia Rizzo, il viceprefetto aggiunto Francesco Paolo D’Alessio e il dirigente economico finanziario Carla Fragomeni. La terna che ha mandato per tre mesi prorogabili per altri tre dovrà spulciare atti, documenti, incarichi, appalti e quant’altro possa nascondere provvedimenti poco trasparenti o rapporti sospetti con la criminalità organizzata. Il tutto, pare sia partito, dal tirreno cosentino. E’ nelle pieghe e nei rapporti di alcuni esponenti di primo piano della sanità di questa area che si anniderebbero i dubbi, le ipotesi di poca trasparenza che hanno spinto il prefetto a disporre la commissione d’accesso. Indubbiamente, un fatto grave che si spera potrà concludersi con un nulla di fatto nel senso che si potranno escludere eventuali infiltrazioni, commistioni, collusioni. Perché sarebbe inquietante scoprire che la sanità cosentina, seppur da sempre bacino, come succede purtroppo in tante realtà,  in cui si sono intrecciati forti interessi, debba essere marchiata con l’accusa di mafiosità. Sicuramente la fase che sta attraversando l’intero comparto vuoi per la crisi generale , vuoi per i debiti, vuoi per il piano di rientro è una delle più difficili, ma l’arrivo della commissione d’accesso  nell’azienda sanitaria più grande della Calabria, è una ulteriore tegola.  Dunque dopo Rende l’ASP. In meno di un mese due commissioni d’accesso su due importanti capisaldi istituzionali della provincia di Cosenza.

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