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Cene e ritiri a scrocco
Condannato l’ex leader
del Cosenza Calcio spa

Portava giocatori e dirigenti a mangiare in un noto ristorante dell’h i nterland cosentino dove assaggiavano di tutto. Anzitutto gli amministratori poiché gli atleti non potevano esagerare. Loro sì, però, e lo facevano. Tanto poi non pagava nessuno. Almeno così hanno ricostruito i giudici del tribunale cittadino e della corte d’appello di Catanzaro, i quali hanno condannato l’ex amministratore unico del Cosenza Calcio spa. Nucaro dovrà pagare una multa di quattromila euro, oltre a risarcire il titolare del ristorante che è pure dotato di alcune stanze in cui i giocatori pernottavano per prepararsi al meglio alle gare di campionato. L’autorità giudiziaria ha appurato che Nucaro (anche ex amministratore della Saigese) si sarebbe presentato un paio di volte nel locale con al seguito la comitiva rossoblu, che fu trattata come meritavano i presunti eroi della rinascita del calcio cosentino. Erano i mesi a cavallo tra il 2006 e il 2007. Quando il proprietario del locale, stanco di aspettare il pagamento del dovuto e magari anche preoccupato perché cominciava a sospettare che i  soldi non li avrebbe mai visti, contattò Nucaro, l’allora patron del Cosenza Calcio lo convocò in città per saldare il conto. Che problema c’era, lo avrebbe pagato subito. Gli diede appuntamento nell’area dello stadio San Vito, dove l’amministratore si trovava per mandare avanti la baracca dei lupi. Il ristoratore giunse all’a p p u n t a m e nto e Nucaro si fece trovare con un assegno che doveva servire a coprire circa cinquemila euro di conti non pagati. Quando il malcapitato imprenditore cercò di incassare il titolo di credito, però, non potè farlo. Esasperato, oltre che arrabbiato, s’affidò all’avvocato Giampiero Calabrese che avviò il procedimento penale nei confronti di Nucaro. Inizialmente, al termine delle indagini preliminari, il magistrato inquirente della procura cittadina chiese l’archiviazione nei confronti dell’imputato, assistito dall’avvocato Giovanni Bruno del foro di Rossano. Calabrese s’oppose a questa decisione e il gip accolse le sue tesi decretando la citazione diretta a giudizio dell’ex amministratore unico del Cosenza Calcio ora condannato sia in primo che in secondo grado.

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