Il pm di Catanzaro, Carlo Villani, continua a cercare la “mazzetta” descritta cinque anni fa da Mauro Nucaro, imprenditore nel settore delle energie rinnovabili con una parentesi nel calcio. Quella sua deposizione, considerata «coerente e ricca di particolari», è diventata la pietra miliare del provvedimento di sequestro per equivalente di beni per poco più d’un milione e settecentomila euro, eseguito ieri, per ordine del gip distrettuale Livio Sabatini. La pista fiutata dagli inquirenti punta a scovare una montagna di soldi, quattrini che sarebbero serviti a far girare le pale dei parchi eolici calabresi. Denaro che, secondo la Procura del capoluogo, avrebbe fatto gola a imprenditori, manager, politici regionali e faccendieri. L’inchiesta “Eolo” svela l’esistenza d’una ipotetica “cricca del vento”. Le accuse sono contenute in migliaia di atti che, secondo il pm Villani, conterrebbero le chiavi d’accesso al condominio degli affari. In mezzo, nomi più o meno noti della politica e dell’imprenditoria regionale. Grandi appalti, grandi finanziamenti, grandi personaggi. Una gigantesca torta, costituita da quattrini pubblici, che si sarebbero spartiti amici ed amici degli amici. Due i provvedimenti di sequestro: uno nei confronti di persone fisiche fino alla concorrenza della somma di 912mila euro, e l’altro di 792mila euro contro persone giuridiche, le società Sogefil e Piloma. Sotto chiave sono finiti beni personali, mobili e immobili, riconducibili al consigliere regionale del Pd, Nicola Adamo, a Carmelo Misiti, a Mario Lo Po, a Giancarlo D'Agni, e agli imprenditori Roberto Baldetti, Giampiero Rossetti e Stefano Granella. Sigili anche al parco eolico “Pitagora”di isola Capo Rizzuto.