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Cantante muore in
clinica, disposta
l’autopsia

ferraro

La sua voce piaceva soprattutto ai più giovani, era il poeta dell’amore e della passione. La sua vena sentimentale sembrava inesauribile. Luigi Ferraro con “Tvb” (ti voglio bene, ndr), brano d’esordio uscito due anni fa, era diventato una delle icone più popolari della musica giovanile. Un mondo che ora lo piange. Luigi Ferraro è morto a trent’anni (proprio nel giorno del compleanno, ndr), venerdì scorso, in una clinica di Bari, dopo un calvario durato due lunghissime settimane. La salma del cantante è sotto sequestro nell’obitorio dell’ospedale dell’”Annunziata” per ordine del pm di Bari, Lidia Giorgio. La storia del decesso di questo talento nostrano della canzone è racchiusa in un esposto carico di dolore e di rabbia. Rabbia che reclama verità e giustizia. Sono i genitori e il fratello affranti che pretendono di sapere in fretta come sia morto il loro congiunto. Nella denuncia presentata attraverso il legale di fiducia, l’avvocato Massimiliano Coppa, esperto in colpa medica, i familiari hanno ricostruito il calvario di Luigi. La prematura scomparsa del trentenne non li convince. E così hanno chiesto chiarezza sulle condizioni cliniche che hanno determinato l’improvviso decesso dell’artista cosentino. Il magistrato pugliese, titolare dell’inchiesta appena avviata, ha disposto l’autopsia. L’ac - certamento irripetibile verrà eseguito nei prossimi giorni in città dai consulenti tecnici che nominerà la magistratura. Un esame diagnostico dal quale si spera di ricavare i primi elementi utili alle indagini. La polizia giudiziaria ha acquisito anche tutta la documentazione sanitaria che servirà ai consulenti tecnici della Procura di verificare se nel percorso clinico ci siano state imperizie o negligenze. Le investigazioni mirano ad accertare eventuali responsabilità mediche nel decesso di Luigi Ferraro. Capire, cioè, se tutti i sanitari che hanno trattato il paziente hanno, effettivamente, fatto fino in fondo la propria parte. La sventura della famiglia Ferraro è cominciata il 7 febbraio quando il cantante venne operato nella casa di cura pugliese, specializzata in cardiochirurgia. Un intervento concordato per la sostituzione della valvola mitralica. Secondo il racconto dei familiari, però, i chirurghi avrebbero ricostruito e non sostituito la valvola cardiaca. Un intervento tecnicamente riuscito. Il giorno dopo, però, sarebbero cominciati i problemi di Luigi. Il quadro clinico cominciò a peggiorare con la comparsa di febbre molto alta (attorno ai 41 gradi) e il calo progressivo della vista a causa d’un sospetto choc della retina. Col passare dei giorni, i sanitari, non riuscendo a fermare l’ipertermia, avrebbero deciso di optare per un secondo intervento che sarebbe stato eseguito il 16 febbraio. Ma il ritorno in sala operatoria non avrebbe prodotto i risultati auspicati dai sanitari. Anzi, le sue condizioni si salute sarebbero peggiorate fino al decesso. E ora i genitori e il fratello vogliono sapere perchè Luigi è morto. Il trentenne aveva partecipato a diverse rassegne musicali tra le quali il “Pre - mio Mia Martini”, il “Festival di Napoli” e l’”Accademia della canzone di Sanremo”. Il suo percorso musicale era stato influenzato da Steve Wonder. Il suo talento era stato apprezzato anche nelle frequenti comparsate sulle reti televisive nazionali. Una vita da sogno che s’è spezzata improvvisamente a Bari.

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