E’ stata sicuramente la testimonianza di Matteo Luzza, il fratello di Giuseppe, ucciso nel 1994 a soli 21 anni, dalla ndrangheta vibonese perché si era innamorato della cognata di un boss che aveva immaginato di farla sposare ad uno dell’organizzazione per rinsaldare i legami di sangue, perno della struttura mafiosa calabrese, quella che più ha toccato gli studenti e quanti hanno partecipato a Cosenza all’iniziativa “Semi di Giustizia, Fiori di corresponsabilità”, organizzata da Libera per ricordare le vittime della criminalità organizzata, all’interno del percorso “100 passi verso il 21 marzo”, la Giornata della Memoria e dell'Impegno. Una giornata in cui tutti sono chiamati a riflettere le vittime innocenti di tutte le mafie, un esercito di invisibili che pesa sulla coscienza collettiva. 920 persone ammazzate senza colpa dall’antistato. Tanti i giovani presenti, tanti i familiari delle vittime delle mafie nell’auditorium del Liceo Telesio. Dopo la presentazione dell'iniziativa “Musica contro le mafie”, l'incontro istituzionale con prefetto e sindaco della città che hanno sottolineato la necessita si lavorare insieme per la legalità, per fare terra bruciata attorno ai criminali che pretendono di condizionare, controllare la libertà dei cittadini.