È una storia confusa e imbarazzante, che comincia in un pomeriggio rovente con l’afa insopportabile. Maria (il nome, naturalmente, non è quello vero, ndr) era sola in casa a studiare. Aveva caldo, tanto caldo. Per questo decise di rinfrescarsi con una doccia. Un gesto normale, una liturgia irrinunciabile quando la canicola sembra togliere il respiro. La giovane donna, però, non pensava che quei pochi minuti trascorsi sotto il getto d'acqua, nell’intimità del bagno di casa, potessero accendere i riflettori di internet su di lei. Maria, ventenne studentessa, che vive in un piccolo centro alle porte della città, è diventata, suo malgrado, “la ragazza sotto la doccia”. Quel suo video, che spopola su mezza dozzina di siti hard stranieri arroventando gl’ingranaggi del desiderio virtuale di migliaia di cyberutenti, rischia di farle perdere l’onorabilità. Per questo s’è rivolta agli investigatori della Polizia postale della Sezione di Cosenza, nel tentativo di ottenere (ma la cosa non è semplice proprio perchè si tratta di domini non italiani) la cancellazione del filmato. L’inchiesta che punta a individuare l’autore del video è, invece, nelle mani dei carabinieri, dai quali la giovane donna era andata subito dopo aver scoperto la vergogna. Questo giallo di provincia matura improvvisamente. Era stata una coppia di amici a contattarla per «una cosa urgente ». Maria non sapeva ancora nulla quando quei due le piombarono in casa invitandola a collegarsi al web: «C’è una cosa che devi sapere...». Lei entrò in rete e cominciò a capire quando le dissero di cercare uno di quei portali dedicato al sesso e agli incontri a luci rosse. Cliccò sul link, si aprì il video e si riconobbe subito in quella clip che la mostrava senza veli. Un filmato, tra l’altro, molto “commentato” in rete. Il mondo sembrò crollarle addosso. Il pensiero di vedere la sua rispettabilità di futura moglie insidiata dal pettegolezzo di paese cominciò ad insinuarsi nella sua mente agitandole l’esistenza. E così, Maria corse dai carabinieri a denunciare la vicenda: «Qualcuno è entrato in casa mia, ha piazzato una piccola webcam e mi ha ripreso mentre ero nuda, sotto la doccia. Quel filmato non so proprio chi possa averlo girato. Ricordo solo d’aver notato degli strani fori all’altezza delle tasche dell’accappatoio, ma all’epoca non ci feci caso. Adesso, però, temo che siano serviti per sistemare la telecamera utilizzata per riprendermi». Una ricostruzione che è stata acquisita anche dai detective telematici della polizia, coordinati dal vicequestore Maria Giovanna Rizzo, che proveranno a individuare il pc sorgente. Il resto dovrà affiorare dalla rete. Grazie a quella miriade di indelebili tracce che rimangono impresse nel web, sarà, infatti, possibile risalire all’utenza telefonica utilizzata per postare la clip dello scandalo. Il rischio, comunque, non è ancora rientrato. Almeno fino a quando gli agenti della Polposta e i carabinieri non individueranno il misterioso divulgatore che potrebbe avere anche un volto molto familiare per la giovane donna. Almeno così la pensano gl’inquirenti che, per adesso, non si sbottonano ma pensano d’ancorare la vicenda allo scenario d’una vendetta sentimentale.
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