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Indignados e scontri
a Roma, due cosentini
incriminati dalla Procura

Il “coreano” e il giorno dell’indignazione. Un giorno di protesta collettiva, pagato a caro prezzo da due cosentini ora a giudizio per resistenza aggravata a pubblico ufficiale e danneggiamento. Approfondiamo. Il 15 ottobre del 2011, a Roma, venne promossa una grande manifestazione indetta dal “Coordinamento 15 ottobre” in occasione della giornata mondiale degli “indignati”. Migliaia i partecipanti all’evento: c’erano gli appartenenti alla confederazione Cobas, gli studenti della “Sapienza”, gli aderenti ai collettivi universitari della Capitale e ai movimenti universitari autonomi di altre città della Penisola; c’erano, ancora, i metalmeccanici di Pomigliano d’Arco ed i rappresentanti del movimento “No Tav”. Il corteo si snodò lungo un percorso che da piazza della Repubblica doveva terminare pacificamente in piazza San Giovanni. La folla di legittimi contestatori entrò nel cuore della Città Eterna per mostrare al mondo il disagio che in quel momento anche in Italia si stava vivendo a causa della crisi economica e delle speculazioni finanziarie favorite dai “poteri forti”. Durante il tragitto, tuttavia, il corteo registrò le azioni di vera e propria guerriglia urbana, poste in essere da appartenenti al movimento antagonista riconducibili – secondo la magistratura inquirente –all’area anarchica e autonoma oltre che ai cosiddetti “black bloc”. Le fasi degli scontri, delle sassaiole, degli assalti a beni pubblici e privati, della distruzione di una statua della Madonna di Lourdes, vennero interamente riprese dalle telecamere dei reparti di polizia scientifica delle forze dell’ordine oltre che da inermi cittadini muniti di telefonini cellulari. L’esame dei video ha successivamente condotto all’incriminazione di 25 persone di varie zone d’Italia. Il pm Francesco Minisci, del pool antiterrorismo della Procura di Roma, ha chiesto adesso il rinvio a giudizio dei contestatori. Tra gl’incriminati figurano due cosentini: Giuseppe Parise, 52 anni, inteso come “Il coreano” e Gaetano Azzinnaro, 32. Il cinquantaduenne, volto noto in città, è accusato di resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale perché sarebbe stato ripreso mentre lanciava sampietrini contro un mezzo blindato dei carabinieri e spostava le transenne di protezione in modo da favorire e facilitare gli scontri tra i contestatori e le forze dell’ordine. Simile la posizione processuale di Azzinnaro, anche se le responsabilità del trentaduenne vengono ritenute di minore rilievo rispetto a quelle del concittadino. A Parise, lo scorso anno, venne notificato un provvedimento firmato dal Gip di Roma con cui gli veniva imposto l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Azzinnaro e Parise, che si protestano innocenti e tali dovranno essere considerati fino alla definizione della vicenda giudiziaria, sono difesi dagli avvocati Carlo Petitto e Paolo Guadagnolo.   

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