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Svelati retroscena
della sparizione
di Bruni

luca bruni

Il clan disarcionato. Dell’uccisione a colpi di pistola di Luca Bruni e della successiva sparizione del suo cadavere hanno parlato due nuovi pentiti: Pierluigi Terrazzano, ex rapinatore attivo per lungo tempo nell’area di Rende e Montalto, e Roberto Violetta Calabrese, “faccendiere” per conto della criminalità organizzata specializzato in usura. Entrambi hanno offerto una chiave di lettura dell’omicidio senza cadavere al pm antimafia di Catanzaro Pierpaolo Bruni. Indicando gli esecutori materiali del delitto e parlando di una riunione “trappola” convocata da due padrini all’epoca latitanti, Ettore Lanzino e Franco Presta, per ammazzare il trentaseienne. Un appuntamento al quale la vittima, nella veste di rappresentante di una cosca, non potè sottrarsi. L’uomo sarebbe stato assassinato a colpi di pistola e poi sepolto in una imprecisata località della Sila. Calabrese rispetto a Terrazzano aggiunge pure il nome dell’uomo che avrebbe prelevato il “reggente” del clan Bruni per trasferirlo nel casolare in cui l’attendevano i due boss

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