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Pentito tira in ballo
calciatore del Pescara

Il pentito e il calciatore. Roberto Violetta Calabrese l’ultimo collaboratore di giustizia “prodotto” dalle schiere mafiose bruzie, ha svelato una strana trama d’affari disegnata da un “pezzo da novanta” delle cosche locali. Una trama ordita per finanziare privatamente un imprenditore in difficoltà economiche. L’obiettivo? Ottenere la corresponsione d’in - genti interessi usurari destinati ad aumentare la disponibilità economica dell’occulto finanziatore. Il pm antimafia Pierpaolo Bruni e i carabinieri del Ros sono però rimasti sorpresi nello scoprire che il “prestito” sarebbe stato attuato con la presunta complicità d’un noto calciatore. Come? Dissimulando un conferimento di capitale con un bonifico bancario attivato dal conto corrente dell’atleta verso la società della quale l’imprenditore-vittima era titolare. Di più. Il pentito, dopo aver indicato addirittura l’agenzia bancaria di Rende presso la quale sarebbe stata compiuta l’operazione, ha pure precisato che il figlio dell’«uomo di rispetto » organizzatore dell’affare godeva persino di una procura notarile che lo autorizzava a utilizzare il conto del calciatore nato in Calabria ma professionalmente impegnato altrove. Calabrese individua lo sportivo apparentemente coinvolto nella vicenda in un difensore del Pescara, società militante nel campionato di massima serie. I verbali contenenti le confessioni del quarantanovenne sono stati depositati agli atti del processo “Terminator 4” che ricostruisce i retroscena di alcuni omicidi compiuti nel Cosentino tra il 1999 e il 2001. Sulla veridicità e riscontrabilità delle dichiarazioni rese dall’ex malavitoso sono in corso articolate indagini da parte della procura distrettuale diretta da Antonio Vincenzo Lombardo. Accertamenti mirati sarebbero stati disposti sui conti riconducibili al difensore del Pescara e sulle banche che avrebbero favorito il passaggio di denaro. Per valutare l’attendibilità di Calabrese non bisognerà aspettare molto perché il trasferimento di somme operato attraverso bonifici lascia tracce incancellabili. È probabile, inoltre, che siano stati già sentiti anche il presunto beneficiario del finanziamento ed i suoi familiari. Lo sportivo tirato in ballo dovrà comunque essere considerato estraneo ai fatti fino alla prova del contrario. L’usura è uno dei delitti più diffusi nell’area settentrionale della Calabria. I prestiti a strozzo – come peraltro ha confermato il pentito Calabrese – vengono accordati con il consenso delle cosche dominanti che investono parte dei soldi custoditi nella “bacinella”, per finanziare aziende e imprenditori in crisi di liquidità.

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