Risarcire i truffati. Con sollecitudine. Perché dieci famiglie cosentine, ormai da tempo, attendono la restituzione del maltolto. E finora è stato fatto ben poco. È questo l’appello che ben diciannove deputati rivolgono al Ministro dell’economia, Vittorio Grilli, puntando riflettori a gittata nazionale su una vicenda giudiziaria che finora era rimasta confinata nelle cronache locali. Nell’interrogazione parlamentare (primofirmatario il calabrese Ernesto Carbone, eletto in Lombardia) viene ricordato il patteggiamento risalente ai mesi scorsi di Umberto Paladini, il broker assicurativo finito sott’inchiesta per un ammanco milionario lamentato da un gruppo di clienti. L’uomo, agente e procuratore speciale dell’agenzia bruzia della Allianz Ras, secondo l’accusa ha sottratto a dieci persone i premi assicurativi già versati, consegnando polizze valide ma stornate, quindi senza alcun valore. Le truffe sarebbero state perpetrate a partire dal marzo 2006, quando una donna rendese è stata convinta da Paladini a mettere al sicuro i suoi risparmi (circa 23mila euro) attraverso l’acquisto di alcune polizze. Questo l’inizio, ma fino al 2009 – l’anno in cui sono partite le indagini della Guardia di finanza dopo la denuncia presentata in Procura da alcuni risparmiatori rimasti con un palmo di naso –il raggiro sarebbe diventato via via sempre più imponente. Fino alla “madre” delle messinscene allestite dal broker cosentino che ha poi concordato una pena a un anno e undici mesi di reclusione: Paladini sarebbe riuscito a gabbare perfino una società immobiliare, facendole investire nel suo progetto ben 550mila euro, cioè la metà del denaro complessivamente volatilizzato. Ma tra le vittime c’è anche una coppia di pensionati che ha visto svanire i risparmi di una vita intera. L’Allianz Ras, difesa dall’avvocato Salvatore Tropea, s’era costituita in giudizio. Il giudice per le indagini preliminari che ha emesso la sentenza, tuttavia, ha obbligato la società assicurativa a risarcire i clienti in quanto mandante dell’agente. L’azienda, saldato il conto, ha la possibilità di rivalersi nei confronti di Paladini. Eppure, la Allianz non ha ancora provveduto a versare il dovuto alle parti offese, alcune delle quali rappresentate dall’avvocato Claudio Credidio. Ed è proprio questa la contestazione dei parlamentari. «È giocoforza affermare – scrivo - no Ernesto Carbone, Daniele Marantelli, Davide Faraone, Lorenza Bonaccorsi, David Ermini, Francesco Sanna, Khalid Chaoky, Ivan Scalfarotto, Pina Picierno, Stefania Covello, Enza Bruno Bossio, Bruno Censore, Ernesto Magorno, Luigi Famiglietti, Angelo Senaldi, Filippo Crimì, Giuseppe Quintirelli, Andrea Causim, Enrico Borghi, Guido Galperti e Nicola Stumpo – che, se il signor Paladini è riuscito nel proprio piano criminoso, appunto impossessandosi del denaro altrui mediante la registrazione di false operazioni di storno, evidentemente la compagnia Allianz spa non ha effettuato alcuna attività di controllo e vigilanza, per come avrebbe dovuto». Ma ce n’è anche per l’Ivass, l’istituto per la vigilanza sulle assicurazioni, accusata dai deputati di non aver mai censurato «il contegno manifestamente dilatorio e lesivo dei diritti del reclamante», limitandosi a due anni dall’apertura di un’istruttoria all’inoltro di «stringate missive di richiesta di meri chiarimenti sulla vicenda».