Un bandito in fuga con un bottino ancora da quantificare. Un balordo con una maschera di “Nightmare” calata sulla faccia e una pistola in pugno. Un incubo affiorato all’i mprovviso dalla terra di nessuno che s’è avventurato solitario in quel labirinto di auto che all'ora di punta imprigiona piazza Zumbini. Un’area circondata da tanti palazzoni, testimoni dello sviluppo urbanistico della nuova Cosenza di metà anni Settanta. “N i g h tmare” ha fatto irruzione in una gioielleria, “Riflessi Gioielli”, e con quella rivoltella puntata subito in faccia al titolare del negozio ha fatto intuire le sue intenzioni: «Dammi i soldi e l’oro che tieni in cassaforte e non ti accadrà nulla. Ma fai presto ed evita brutti scherzi...». Il gioielliere ha preso il denaro contenuto in cassa mentre quel balordo ha arraffato i rotoli gonfi di preziosi aperti sul bancone. Tanta roba il cui valore non è stato ancora quantificato. Il gioielliere ha provato a ribellarsi nel tentativo di proteggere i sacrifici del suo lavoro, ed è finito su un lettino d’ospedale, con una flebo al braccio e tanto spavento (ma, fortunatamente non riportato guai seri). Quella belva in maschera, infatti, ha ringhiato, scagliandosi con violenza contro quell’uomo che tentava di opporsi alla rapina. E il malcapitato è stato colpito alla testa col calcio della pistola. Un colpo violento che ha fatto cadere sul pavimento il serbatoio delle munizioni della rivoltella. Il commerciante s’è accasciato mentre il rapinatore è fuggito con il “bottino”. Tanti soldi, tanti preziosi e l’illusioni d’una vita diversa. È scappato piegando subito verso la periferia, raggiungendo in fretta il vicino viale Mancini. E proprio dalle parti della cittadella scolastica ha tentato di bloccare in mezzo al traffico un giovane alla guida di una utilitaria: «Dammi la tua auto...». Ma il ragazzo alla guida non s’è piegato e ha dato gas al motore riuscendo ad allontanarsi. Il bandito allora ha proseguito la sua fuga a piedi, scomparendo nelle viscere di via Popilia. Sul posto sono arrivati per primi i poliziotti di quartiere che erano in servizio davanti alle scuole. Poi, sono giunti anche una Volante e la Mobile che hanno avviato le investigazioni. Gli agenti hanno rinvenuto il caricatore con cartucce, probabilmente, a salve. Le indagini sul “colpo” p u ntano ad esplorare la galassia degli sbandati. Gente senza arte né parte che vive alla giornata, spacciando qualche pallina di droga o assaltando negozi. E anche lui, “N i g h t m are” potrebbe essere uno di quei ragazzi che sul viso hanno ancora solo qualche filo di barba e portano i capelli a spazzola impastati di gel. I predoni più giovani sono quelli che colpiscono con impressionante freddezza, senza curarsi troppo dei possibili effetti collaterali, ripulendo i loro obiettivi spalmati in ogni angolo di questo territorio. È un esercito invisibile che si muove, delinquenti senza nome e senza volto che conquistano bottini seminando il terrore con la loro ferocia e la loro determinazione. I saccheggi non si contano più ormai, proprio come ai vecchi tempi. E i banditi spariscono, inghiotti dal nulla nel quale si rintanano. Spariscono, come succede alla gran parte dei rapinatori che colpiscono le attività commerciali assicurandosi il malloppo che spesso non supera nemmeno i mille euro. Avanzano così i nuovi predoni. Avanzano e colpiscono, senza preoccuparsi troppo del destino delle loro vittime. Sono capaci di tutto e, soprattutto, sono decisi a combattere questa guerra appena cominciata. Il fronte più caldo vede in trincea proprio i più giovani, quelli la cui vita gira troppo velocemente. Sono alla ricerca di denari. Soldi che solo il malaffare può garantire. Troppi, tanti interessi ruotano attorno a un universo marcio che fa deflagrare in gesti distruttivi l’ambizione e la fame di quattrini facili. Un universo marcio popolato da gente senza principi. Gente che per pochi spiccioli è disposta a macchiarsi di crimini anche gravi.