“Scandeberg” ovvero l’opera della discordia. L’amministrazione comunale sta valutando il ricorso alle sedi legali per il danno di immagine subito dopo la diffida da parte di Francesco Venerucci, il musicista che per conto dell’Opera Academy di Verona, il polo nazionale artistico di alta specializzazione che su commissione del Teatro Nazionale dell’Opera di Tirana ha realizzato il progetto artistico, ha rielaborato la partitura di Vivaldi completandola nelle parti mancanti. La diffida è arrivata a ridosso della “prima” italiana, proprio a Cosenza, dell’opera, che ha debuttato a Tirana nello scorso mese di novembre in occasione del centenario dell’Indipendenza, e quando al teatro Rendano, partner del progetto, i tecnici erano già al lavoro per l’allestimento delle scene di quest’ultimo titolo della Stagione Lirica. La sopravvenuta querelle è legata al mancato pagamento da parte del teatro di Tirana delle spettanze dovute al musicista per il suo lavoro, a causa di imprevisti tagli ministeriali sul budget del teatro albanese che ne hanno condizionato la liquidità. Inutili – fanno sapere da Palazzo dei Bruzi – i tentativi di mediazione tra cui la lettera di Zhani Ciko, ovrintendente del Teatro dell’Opera di Tirana, oltre che direttore d’orchestra dell’opera, con cui si chiedeva a Venerucci di “non permettere che gli spettacoli di Cosenza si annullino”, garantendo di onorare l’impegno proprio in occasione della presenza al Rendano. Caduto nel vuoto anche l’intervento di Giorgio Brunello, direttore dell’Accademia per l’Opera Italiana di Verona. Per non penalizzare la città e gli affezionati del tatrao la direzione artistica del “Rendano” ha provveduto a sostituire lo spettacolo con “La Traviata” di Giuseppe Verdi, nell’allestimento firmato da Artemio Cabassi, che vede nel ruolo di Violetta il soprano Elena Rossi. L’opera sarà rappresentata il 30 e 31 maggio.