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Il boss Pelle e i
medici, indagini
a Cosenza

 Una “cimice”. Invisibile e insidiosa. Nascosta dai carabinieri del Ros nell’abitazione di Giuseppe Pelle, a San Luca. Una microspia piazzata con fatica, il 25 febbraio del 2010, nello stabile che era stato l’u ltimo domicilio del padrino Antonio Pelle, detto “g a m b a zza”, padre di Giuseppe e capo carismatico della ‘n d r a n g h eta. Il piccolo trasmettitore autoalimentato s’è rivelato per la Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria una miniera di informazioni. Perché la primavera di quell’anno era periodo di elezioni regionali e, oltre alla foga del voto, si sentiva nell’aria pure l’i m m inenza di una grande operazione degli “sbirri” contro le cosche. E quella casa era un via vai di aspiranti consiglieri bramosi di voti e di boss in cerca di notizie riservate. Fu proprio grazie al minuscolo microfono di quel “gioiello” della moderna elettronica che gl’i n v e s t igatori scoprirono le “c o n f idenze” fatte da un commercialista reggino, Giovanni Zumbo, al capobastone sanluchese. La “soffiata” si riferiva ad un blitz che le procure di Reggio e Milano – si trattava dell’operazione “Crimine” – stavano preparando. L’i n s ospettabile professionista pro- mise a Pelle di avvisarlo per tempo «almeno cinque ore prima». La vicenda costerà l’arresto a Zumbo. Ma nella casa di “Peppe gambazza” f aranno capolino altri personaggi, altrettanto insospettabili, su cui si concentrerà l’attenzione della magistratura inquirente. Oltre ai politici, alcuni dei quali finiti in manette come nel caso del consigliere del Pdl ed ex sindaco di Bagnara, Santi Zappalà, compare pure un medico del Cosentino, Vincenzo Cesareo, pezzo da novanta della sanità nell’area dell’Alto Tirreno, con un passato da assessore e consigliere provinciale e regionale. Cesareo è stato in Forza Italia, poi è passato nel centrosinistra, successivamente è stato candidato alla Camera per la “Lega-Mpa” i nfine è approdato per le Regionali in una lista socialista. Il medico con la passione per la politica, viene intercettato a parlare con il boss, al quale mostra amicizia, e finisce sott’inchiesta. Le indagini si allargano e nei guai si ritrova anche lo psichiatra Guglielmo Quartucci, gestore di una clinica, “Villa degli oleandri” nella quale Giuseppe Pelle mira ad essere ricoverato per sfuggire agli eventuali rigori del carcere duro. Il telefono di Quartucci viene posto sotto controllo e si scoprono i contatti che l’uomo ha con Cesareo. I due parlano della precaria situazione economica in cui versa la struttura sanitaria e della necessità d’un intervento presso le autorità regionali. Il gestore di “Villa degli oleandri” sarà dopo qualche mese arrestato e, lo scorso anno, condannato in primo grado per i presunti “favori” fatti a Pelle. Con Cesareo, invece, rischia adesso di ritrovarsi sott’inchiesta per altre vicende. La Dda di Reggio, infatti, ha trasmesso alla Procura di Cosenza, diretta da Dario Granieri, il fascicolo contenente le intercettazioni che appaiono non gravate da profili di mafiosità. Intercettazioni partite dopo gli incontri registrati nell’abitazione di Pelle. Nelle conversazioni, evidentemente, i magistrati reggini hanno ravvisato possibili condotte sanzionabili penalmente. La nuova indagine è stata affidata al procuratore aggiunto bruzio, Domenico Airoma, e al pm Giuseppe Casciaro. L’e s ame delle trascrizioni dei colloqui, dopo l’iscrizione sul registro degli indagati di Cesareo e Quartucci, sembra essere il primo passo concreto compiuto dai togati. Le responsabilità penali dei due professionisti sono, naturalmente, tutte da dimostrare.

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