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Per Orlandino Greco
'non s'ha da fare'

È  arrivato il momento di  chiedersi seriamente a chi giovi destinare  complessivamente  180 milioni per  un’infrastruttura  i cui costi di gestione sono calcolati  su stime non veritiere, basate su un flusso potenziale esagerato rispetto alle reali potenzialità dell’asse Rende-Cosenza, menre le imprese chiudono e i giovani emigrano.  Il presidente del consiglio provinciale di Cosenza. Orlandino Greco, entra a gamba tesa sull’opera che da oltre 10 anni tiene banco nell’area urbana cosentina e che è finalmente arrivata alla fase di realizzazione dopo polemiche e contrasti fino a qualche mese fa.  Per l’attuazione di un’ opera tutt’altro che leggera come la metropolitana per la cui realizzazione sono necessarie cifre da capogiro va in direzione ostinata e contraria alle esigenze di sviluppo di questa fase. Il presidente del consiglio provinciale rivolge un accorato appello alla mobilitazione a tutti gli amministratori dell’area urbana per chiedere con forza una rimodulazione dei fondi europei. “Consentire che più di 160 milioni di euro (a cui vanno aggiunti i costi di gestione) - spiega – siano impiegati nella realizzazione di un progetto datato, che rischia di trasformarsi in una insostenibile mostruosità anche per il tessuto urbano della città capoluogo, sarebbe come assistere inermi a uno scippo. Senza considerare  che correremmo il rischio   di costruire una metro per anziani e disoccupati mentre i giovani  emigrano e le aziende locali chiudono. Chi sponsorizza l’imminente realizzazione della metro e ne sostiene la necessità – continua – non solo dimostra di essere poco lungimirante, fermo a un’idea attuale decenni fa, ma esprime la sostanziale incapacità di stare al passo con le esigenze di una mobilità realmente sostenibile. La realizzazione di quest’opera pesante- aggiunge- rischia di farci mancare per l’ennesima volta all’appuntamento con l’Europa. Cosenza si accontenterebbe di restare inchiodata sui binari di un tracciato ferrato di tipo lineare che va esclusivamente in una direzione (Nord –Sud) sacrificando – così- i bisogni di un’area urbana molto più vasta. E tutto questo mentre le città mitteleurope, smart city, ragionano sui servizi di mobilità a basso impatto ambientale, accessibili e fruibili. Pertanto, proprio da quei sindaci che nei proclami e nelle nomenclature dei nuovi assessorati si professano europei , ci aspettiamo posizioni coerenti e consequenziali. La politica calabrese dimostri per una volta di essere in grado di improntare il proprio agire al bene comune per fare l’interesse dell’intera regione e non unicamente quello di piccoli gruppi . A questo proposito è compito di tutti essere vigili  per capire, per esempio,  quali imprese e a quali condizioni parteciperanno all’appalto milionario. In sostanza, chi è  già pronto a beneficiare dell’affare metro?  Di sicuro non i cosentini in partenza per altre mete e, purtroppo, non per scelta, ma per necessità. I dati allarmanti sulla disoccupazione giovanile ci descrivono un’ emigrazione intellettuale che è ormai un’emorragia quasi inarrestabile. Una situazione aggravata  dalla chiusura delle aziende locali che dobbiamo sostenere anche attraverso gli incentivi comunitari per rilanciare lo sviluppo economico dell’intero territorio. Mi rivolgo dunque – conclude Greco- a quella classe politica che ha realmente a cuore lo sviluppo della regione e a tutti quegli amministratori che sentono il bisogno di progettare un futuro migliore per le imprese, per le famiglie, per i giovani. La Calabria non può permettersi di perdere questo treno e ognuno è chiamato a fare la propria parte perché la crescita e lo sviluppo non imbocchino definitivamente un binario morto”.

 

 

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