Nasce a Cosenza il Movimento Musicisti Professionisti, che si propone di riunire “coloro i quali fanno musica per mestiere e dar loro dignità professionale.”Il Movimento ha obiettivi locali e nazionali, un Manifesto d’intenti e una proposta di legge, d’ispirazione britannica, del tutto innovativa. La prima iniziativa concreta è rivolta al Comune di Cosenza, ed estesa all’interland dell’area urbana:“i musicisti del circuito- si legge in una nota- non parteciperanno all’edizione in corso della manifestazione “Lungofiume Boulevard” , e a nessuna delle iniziative future promosse dall’amministrazione pubblica, fino a quando non saranno garantite condizioni di lavoro adeguate e il riconoscimento della dignità professionale, che si deve a chi produce arte e cultura”.“È bene specificare -si sottolinea- che la protesta non è rivolta nello specifico alla manifestazione “Lungofiume Boulevard”, solo giacché in corso di svolgimento. Riteniamo l’idea apprezzabile se l’intento sia di riqualificare un’area trascurata della città. Tuttavia, ancora una volta, abbiamo assistito a una pessima realizzazione degli intenti progettuali e perfino lesiva della dignità professionale dei musicisti. “ “I musicisti hanno dovuto sopportare- si rende noto- il disagio di quasi un anno di attesa, spesso per cachet minimi, e il loro ottenimento è giunto solo a seguito della protesta organizzata. Anche in questo si misura il rispetto per le professionalità locali, tanto più che le attrazioni provenienti da fuori regione hanno ricevuto ben altro trattamento.” “Non s’intende in nessun modo- si precisa- colpire o penalizzare gli esercenti presenti negli stands del “Lungofiume Boulevard”; la protesta è rivolta esclusivamente verso l’ Amministrazione Comunale che, tuttavia, finanzia anche le attività musicali degli stands, le quali, a tutti gli effetti, sono un tutt’uno con la manifestazione. In tal senso, è in via di organizzazione un incontro con gli esercenti che erogano musica dal vivo per coinvolgerli nel rilancio dell’indotto musicale”. “E’ dunque necessario riaffermare-si conclude- che i concerti di musica dal vivo costituiscono attività artistiche, indispensabili alla crescita culturale del territorio e sarebbe doveroso, in una manifestazione pubblica, tutelare e valorizzare adeguatamente tali attività”. “Abbiamo quindi scelto di rinunciare ad un lavoro soggetto a condizioni che vogliamo cambiare”.