Primi risultati dell’indagine interna avviata dal direttore generale dell’azienda ospedaliera di Cosenza, Paolo Gangemi, sulla sacca di sangue infetta costata la vita ad un anziano sottoposto a trasfusione nel nosocomio dell’Annunziata il 4 luglio scorso. Il Dg che aveva affidato ad una equipe la ricostruzione della vicenda ai microfoni del TG Ten nel bollare come infondate alcune ricostruzioni, precisa che la sacca proveniva da San Giovanni in Fiore. Nel nosocomio silano infatti, il batterio presente nella sacca incriminata, è stato riscontrato nel sapone utilizzato dagli addetti di quel centro". Gangemi è molto duro con i presunti responsabili. Nonostante il precedente del 15 giugno scorso che aveva messo a repentaglio la vita di un ragazzo, evidentemente per la negligenza di qualche operatore e del mancato controllo del primario del Centro Trasfusioni, la sacca contaminata non era stata distrutta come disposto dalla direzione generale insieme alle altre della stessa partita provenienti da San Giovanni in Fiore. “Succede che le sacche arrivino all’Annunziata e poi vengano smistate in altri ospedali e possano anche tornare all’ospedale civile”, sottolinea Gangemi. In questo caso pare che questa sacca sia stata a San Giovanni in Fiore, poi ad Acri e poi all’Annunziata, ma nessuno ha verificato il codice identificativo. Se si fosse controllato, soprattutto alla luce del primo allarme, si sarebbe potuta evitare questa tragedia. “Purtroppo l’errore o la negligenza di un singolo ci stanno, afferma Gangemi – ma abbiamo già attivato tutte le procedure e sarà anche la procura di Cosenza che sulla vicenda ha avviato una inchiesta a stabilire le eventuali responsabilità penali”. Poi il DG rassicura:” All’Annunziata si viaggia su una media di 100 trasfusioni al giorno e la sicurezza è al massimo”. Quindi parole di vicinanza alla famiglia del pensionato.