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Sangue infetto, indagati
medici e dirigenti

Le sacche “infette” sono state distrutte. È accaduto dopo la morte di Cesare Ruffolo, il 4 luglio. I carabinieri del Nas non hanno pertanto potuto acquisirle, limitandosi a sequestrare l’emoteca dell’ospedale dell’Annunziata. La circostanza complica un quadro giudiziario già abbondantemente complesso. I pm Salvatore Di Maio e Paola Izzo, hanno aperto un fascicolo d’inchiesta non solo per omicidio colposo ma pure per omessa denuncia di reato e omissione di atti di ufficio. Dopo il decesso del pensionato settantacinquenne contagiato da un germe patogeno mentre stava sottoponendosi ad una trasfusione di sangue, nessuno avrebbe infatti segnalato il caso alla magistratura inquirente. Il procuratore capo, Dario Granieri, è venuto a conoscenza della vicenda solo venerdì 26 e per effetto di una denuncia presentata dai familiari del paziente.   

La riesumazione della salma è già stata fissata per lunedì e, nella medesima occasione, con l’ausilio di tre “specialisti”, verrà eseguito l’esame autoptico. Sul registro degli indagati sono stati iscritti i nomi di sette dirigenti dell’Azienda ospedaliera che riceveranno nelle prossime ore rituale avviso di garanzia. Si tratterebbe del direttore sanitario del nosocomio; del responsabile del Centro di raccolta del sangue di San Giovanni in Fiore e del dirigente del Centro trasfusionale di Cosenza per le ipotesi di reato di omicidio colposo. Per omissione di denuncia sarebbero invece indagati il responsabile del Rischio clinico e il capo Dipartimento di Medicina dell’Annunziata. Infine, per omissione di atti d’ufficio rischierebbero l’incriminazione il direttore generale e il direttore sanitario dell’intera Azienda ospedaliera.

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