Chi vuole isolare la Calabria dal resto del paese? Chi vuole impedire la mobilità interna in questa regione? E perché? E’ la domanda che in tanti si pongono di fronte all’ennesimo, assurdo, inaccettabile taglio di collegamenti ferroviari. Da ieri sono stati cancellati altri 4 treni sulla tratta Paola-Reggio Calabria, ovvero il 12652, il 12653, il 22466 , il 2433. Passi per Trenitalia che da anni oramai ha ridotto all’osso il trasporto ferroviario da e per la Calabria, ma che la regione possa aver consentito questo ulteriore scippo è inaccettabile. E’ sconvolgente anche il fatto che tutto ciò avvenga in piena estate e in un periodo di crisi cosi drammatica. Al di la dei pendolari, qualcuno si è posto il problema che forse per quei già pochi turisti che arrivano in questa regione, tutto ciò può diventare un deterrente? La Filt Cgil, che denuncia la vicenda e che si dice subissata dalle segnalazioni e dalle proteste di cittadini e lavoratori, parla di una strategia scientifica per evitare che questa regione possa riprendere a far parte di un sistema di trasporti efficiente. Una scelta scellerata che va a mortificare un territorio già molto marginalizzato. Il paradosso, come rileva la CGIL, è che la giunta regionale a fronte di una campagna propagandistic di potenziamento dei trasporti, di accordi, di rilancio, nei fatti continua ad avallare soppressioni e riduzioni. Già i convogli destinati alla Calabria sono inadeguati e insufficienti, basta prendere uno dei treni che da Villa San Giovanni portano a Paola per rendersi conto in che stato si è costretti a viaggiare, soprattutto fino a Lamezia: passeggeri in piedi, appiccicati l’uno all’altri persino nel corridoio di collegamento tra un vagone e l’altro con disagi e problemi di sicurezza. E che dire ad esempio dei continui disservizi tra Paola e Cosenza con i frequenti black out in galleria o dei convogli obsoleti e sporchi? Per non parlare dello smantellamento della tratta jonica. Le drastiche riduzioni di Trenitalia, l’incapacità della regione di farsi valere spesso vengono ammantate dall’alibi della mancanza di risorse. Bene, l’ottimizzazione è necessaria, ma quanti sprechi perdurano nella gestione delle ferrovie ai vari livelli? Possibile che si debbano sacrificare sempre e solo i cittadini?