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Troppe incompiute
Guccione denuncia
perseguire responsabili

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Il Consigliere regionale del Pd Carlo Guccione, accompagnato dall’assessore ai trasporti della Provincia di Cosenza Giovanni Forciniti, nei giorni scorsi ha effettuato una serie di sopralluoghi nelle strutture finanziate tra gli anni 1995 e 1996 dal Ministero della Salute, costruite e mai entrate in funzione, che nel corso degli anni hanno subito danni, frutto di azioni di abbandono e vandalismo. La visita ha fatto la sua prima tappa al Comune di Cropalati dove, insieme al sindaco Fabrizio Grillo, Guccione e Forciniti hanno visitato una struttura che doveva ospitare una comunità terapeutica semi-residenziale che è costata oltre 250 mila euro. Subito dopo, la delegazione si è spostata nel vicino comune di Calopezzati dove, insieme al sindaco Franco Cesare Mangone, ha visitato la struttura che avrebbe dovuto ospitare un alloggio protetto per cui sono stati spesi oltre 150 mila euro. La sorpresa più eclatante ed amara la si è avuta presso il comune di Mandatoriccio dove, accompagnati dall’avv. Dario Cornicello, Guccione e Forciniti hanno avuto modo di constatare la presenza di una struttura di migliaia di metri quadrati, che doveva essere adibita ad RSA per ospitare oltre ottanta anziani e costata 2 milioni 200 mila euro, completamente devastata dall’abbandono e da atti di vandalismo che hanno seriamente compromesso la possibilità di un suo riutilizzo. “Questi fatti –ha dichiarato Guccione- gridano vendetta al cospetto del cielo!. Un patrimonio pubblico così importante di strutture socio-sanitarie (ventuno sono state costruite solo nella nostra Provincia) è stato completamente abbandonato e le risorse provenienti dalle tasse pagate dai cittadini sono state totalmente dilapidate. A questo punto è necessario, con urgenza, accertare le responsabilità di chi doveva vigilare e non ha vigilato sul buon fine dell’azione amministrativa e perseguirle con durezza e, dall’altra, vanno messe in atto tutte le iniziative amministrative possibili ed idonee al fine di poter riutilizzare queste strutture creando servizi socio-sanitari da mettere a disposizione delle categorie più deboli e creando così nuova occupazione”. 

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