Giudici nel mirino. La Procura di Cosenza da mesi è sotto attacco. Minacce verbali, lettere cariche di odio e ieri anche una cartuccia di fucile in una busta che è stata bloccata all’ufficio postale del Palazzo di giustizia. Dentro quel plico anonimo anche un ritaglio di giornale con la foto del pm Giuseppe Cava e poche righe cariche di odio. Tanta rabbia, la stessa che alla fine di luglio trasudava dalla lettera spedita a un altro magistrato, spesso applicato alla Dda, Salvatore Di Maio. Minacce pesanti «per essere stato troppo duro e irriverente nei confronti degli imputati» nell’udienza d’un processo contro alcuni narcos di “rango”. A maggio, invece, una voce anonima, da una cabina telefonica, aveva minacciato lo stesso pm Cava, il quale, tuttavia, non tenne conto di quel primo “avvertimento”. Qualche anno prima, invece, un’altra lettera invitava il pm Antonio Tridico a evitare indagini troppo scrupolose su un delitto. Probabilmente è l’organizzazione che il procuratore capo Dario Granieri ha scelto di dare al suo Ufficio a spaventare la delinquenza locale. Un nuovo corso che ha certamente scompaginato l’asse malavitoso cosentino uscito pesantemente indebolito dalle inchieste che in questi anni non hanno risparmiato alcun settore.