Caro governatore se vuoi bene alla Calabria e ai calabresi resisti davanti alla Corte dei Conti Centrale intervenendo, in consorzio volontario, nel giudizio che si terrà sul mio appello”. E’ la richiesta avanzata dall’ex direttore generale dell’ASP di Cosenza, Franco Petramala, con una lettera aperta al Presidente Scopelliti, e non per interesse personale, ma per evitare che si continui a fare del male alla sanità di questa regione. Petramala fa una lunga, articolata analisi delle criticità della sanità. “Non metto in discussione la Sua volontà di fare bene il Presidente – scrive Petramala - tuttavia qualche cosa che mi rimane oscuro è sul come. Spesso non ho condiviso le scelte del management dell’Ospedale dell’Annunziata ma non posso non rilevare che l’Ospedale di Cosenza, che conosco molto bene, è “aggredito” dalla domanda sanitaria della Provincia, non governata se non annullata azzerata, soppressa. Tutti dovrebbero avere senso critico, compresi alcuni esponenti della opposizione politica. Ragionare è un dovere non un optional. Si dice: siamo in deficit. Ma la perizia e la serietà sul lavoro non si vede quando si è in difficoltà ? E poi la missione oggi non è quella di “tagliare le gambe per non consumare le scarpe”: ciò è semplicemente idiota oltre che criminale. Informarsi di come stanno le cose è facile, basta domandare agli assistiti”. Poi un passaggio anche sull’ASP “Le segnalo il danno provocato ai precari stabilizzati all’ASP di Cosenza, stabilizzati come altri a Reggio o a Vibo o a Catanzaro; danno grandissimo con quella campagna di stampa denigratoria a danno dei lavoratori, che ha trovato eco nella censura, pur se solamente in primo grado della Corte dei Conti. Se leggesse la sentenza si accorgerebbe che la censura riguarda la impossibilità della Regione Calabria, in maniera assoluta e pregiudiziale, di potere procedere ad assunzioni o a semplici stabilizzazioni come è il caso dei 439 di Cosenza, nientepopodimeno dal 1997, essendo i suoi Bilanci in deficit dall’epoca. Di conseguenza tutte le operazioni sul personale nella Sanità della Regione Calabria sarebbero illegittime e quindi da annullare. E’ così…..!! Prima si devasta poi si cerca di recuperare qualche spicciolo elemosinando comprensione per i diseredati. Invece di andare a perorare accattonando benevolenze per i “poveri calabresi fattisi cristiani” davanti i portoni di qualche potere romano,” Le propongo di resistere davanti la Corte dei Conti – conclude Petramala - sarebbe una buona dimostrazione di sapienza temperanza e soprattutto speranza da offrire a questa Regione, bisognosa innanzitutto proprio della speranza di futuro migliore”.