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Concluse indagini
ex sagrestano Parenti

Si aggrava la posizione di Giuseppe Calfa, l’ex sagrestano oggi 78enne, di Parenti, piccolo centro del cosentino arrestato nel dicembre del 2010 per  violenza sessuale nei confronti di alcune minorenni. Stamani gli è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini per altri due presunti casi. Sempre minorenni,  all’epoca dei fatti contestati, parliamo del 2007,  non avevano  ancora compiuto 14 anni. Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal procuratore capo di Cosenza Dario Granirei e dai  sostituti procuratori Antonio Tridico e Giuseppe Casciaro,  titolari dell’inchiesta, le due bambine avrebbero subito atti sessuali, palpeggiamenti al seno e baci sulla bocca da parte del sagrestano in occasioni diverse nella Chiesa del Carmine di Parenti. Identiche le modalità. Afferrate per un braccio in sagrestia dall’anziano, spinte in un sottoscala e sottoposte a quelle attenzioni particolari e non volute. L’uomo, ricordiamo è stato già condannato in primo grado per violenza sessuale su un’altra minorenne consumata tra il 2005 e il 2010. Nel corso del dibattimento sarebbero emersi questi nuovi episodi per i quali i genitori delle vittime comunque non avevano inteso presentare denuncia. La procura ha proceduto d’ufficio come è giusto che sia di fronte ad una notizia di reato e sono partiti  gli accertamenti del caso. Oggi la notifica all’indagato della conclusione delle indagini. Lo stesso avrà venti giorni di tempo per presentare eventuali memorie difensive. Una vicenda che ha scosso la comunità di Parenti. Incredulità quando è scattato l’arresto nel dicembre del 2010, tutti lo consideravano una brava persona, dedito alla cura della chiesa, poi però nel corso del processo si è squarciato il velo, sono arrivate ammissioni, c’era chi sapeva dei fatti, ma non aveva denunciato né segnalato. Troppo spesso – come ha ribadito più volte anche il procuratore Granieri - le violenze, gli abusi vengono sottovalutati, nascosti per i persistenti tabù, per una certa subcultura maschilista che ancora resiste. Ma è grave quando le vittime sono minori, perché di sicuro non hanno consapevolezza, non hanno gli strumenti per difendersi, non possono certo essere consenzienti. 

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