“Non chiamatela battaglia, il mio è un cammino di pace”. queste le parole di Papi Gump, al secolo Antonio Borromeo, papà separato che il 29 settembre scorso ha deciso di i partire da Vasto, la sua città, in direzione sud, per intraprendere, appunto, un cammino di pace.
Perché pace, serenità, equilibrio sono i sentimenti di cui bisogna nutrire i bambini, tanto più quando papà e mamma decidono di dividere le loro strade come marito e moglie, ma non come genitori.
Non grida Papi Gump, anzi, bisogna quasi tendere l’orecchio per percepire la sua voce. Con grande pacatezza racconta di questa sua iniziativa, di questa sua campagna di sensibilizzazione, come gli piace chiamarla, a favore della bigenitorialità, l’affidamento congiunto per dirla in gergo legale, quello disciplinato dalla Legge 54 del 2006 e spesso disatteso. Per raggiungere questo obiettivo Papi Gump il suo primo viaggio lo ha fatto a Strasburgo e ha trovato ascolto tant’è che – annuncia lui stesso – sono state raccolte le firme necessarie a portare in discussione la delicata questione in sede parlamentare.
Il viaggio italiano di Papi Gump, cominciato dal sud “perché – dice – è qui che sono maggiormente radicati certi valori” - da Cosenza, dove è stato ricevuto dall’assessore alla comunicazione Rosaria Succurro, ora proseguirà tappa dopo tappa in direzione Roma, verso Francesco. “Nel mio percorso ho trovato una straordinaria apertura nella Chiesa, e sono stato ricevuto con grande affetto dai Vescovi, l’ultimo quello di Lamezia. Ora vado verso il Papa incoraggiato dalle sue stesse parole, pronunciate qualche settimana fa, di grande apertura verso le coppie separate”. Non c’è mai negatività nelle parole di Antonio, mai un commento o una frase che lascino intravedere un qualche risentimento nei confronti di chicchessia, ha parole di comprensione anche per i tanti giudici sommersi sotto montagne di carte, che nella stessa mattinata passano da una causa all’altra e sulle questioni più disparate.
Da bravo educatore (questa è la sua professione) c’è solo l’appello a tutti i genitori a mettere da parte se stessi ed a pensare esclusivamente al benessere e alla serenità dei propri figli, che hanno diritto ad avere una famiglia fatta di genitori, nonni, zii, cugini. Tanto da auspicare che nelle scuole si parli dei diritti dei bambini.