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Protesta LSU-LPU
rimosso blocco A/3

Solo nel tardo pomeriggio è stato rimosso il blocco dello svincolo autostradale Cosenza Nord attuato stamani dai lavoratori LSU-LPU nell'ambito della protesta regionale indetta dai sindacati confederali. Una delegazione di lavoratori è stata anche ricevuta dal prefetto Tomao che ha comunicato ll'apertura mercoledi a Roma di un tavolo tecnico al ministero con il sottosegretario Jole Santelli. Rassicurazione che ha convinto i manifestanti a sospendere il presidio. La protesta anche a Cosenza come a Reggio Calabria ha visto una adesione  massiccia dei  lavoratori giunti da tutta la provincia circa 1500 quelli presenti al blocco dello svincolo dell'A/3. Tante le storie di esasperazione urlate e tutte con un unico comune denominatore: la precarietà, l’incertezza, la mancata corresponsione degli stipendi.  In Calabria sono più di cinque mila in Calabria, 2.400 nella provincia di Cosenza. Lavorano da oltre un decennio  presso i comuni e le comunità montane, assolvono a compiti fondamentali, ma ancora non si intravedono possibilità concrete di stabilizzazione. Non solo lavorano ‘in nero’ per lo stato che persegue i privati – dicono – ma poi è il primo a violare i diritti dei lavoratori, non vengono pagati con puntualità, se spettanze arrivano con mesi di ritardo. Ora a preoccupare i lavoratori il fatto che la regione non abbia previsto la copertura neanche fino a fine anno. La protesta a Cosenza si è accesa quando alcuni funzionari della polizia hanno cercato di convincerli a liberare l’autostrada:” Non siamo qui per divertirci o perché siamo incoscienti, siamo qui per rivendicare il nostro diritto al lavoro e allo stipendio. Abbiamo famiglie da mantenere, siamo indebitati e non sappiamo più a che santo votarci. Dalla politica sinora solo promesse!”. Non aveva convinto la comunicazione della regione che si sarebbe impegnata a trovare una soluzione per le mensilità arretrate perchè in gioco c'è soprattutto la stabilizzazione. Ora occhi puntati su Roma. 

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