Cosenza

Giovedì 08 Maggio 2025

La ’ndrina dei
colletti bianchi

  Il “colletto bianco”. E il “reggente”della cosca. L’indagine “Vulpes”, coordinata dal pm antimafia Pierpaolo Bruni, getta una luce sinistra su Rende, città apparentemente “babba” ma che sembra, invece, celare una invasiva presenza criminale. Rivelata da “cimici” e microtelecamere piazzate dai carabinieri del Ros, del Reparto investigativo e della compagnia locale in cabine telefoniche e parchi pubblici per intercettare e filmare incontri tra boss e picciotti e documentare, nel contempo, richieste estorsive avanzate (sempre con successo) nei confronti di piccoli e grandi imprenditori. Una indagine da manuale che fotografa il fenomeno del racket e analizza le dinamiche della consorteria guidata per lungo tempo dal superboss Ettore Lanzino, ora recluso in regime di carcere duro. Cinque le figure centrali dell’indagine, tra le quali c’è Adolfo D’Ambrosio, 46 anni, ritenuto dalla Dda di Catanzaro (guidata dal procuratore capo Antonio Vincenzo Lombardo) come il “successore” di Lanzino. Il commercialista Francesco Galdi parla d’un ex bancario che avrebbe erogato «finanziamenti e concessioni di credito sia a favore di uomini e società delle cosche mafiose locali, sia a favore di imprese “presentate” da parte di esponenti delle cosche». E proprio sui “colletti bianchi” si concentrano accertamenti e verifiche della Dda.

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