“Nessuna più.Quaranta scrittori contro il femminicidio” è un libro autenticamente forte, coinvolgente e crudo in cui gli autori, uomini e donne, parlano di femminicidio in un viaggio nell’orrore quotidiano delle storie di “malamore”>>. Con queste parole la criminologa Roberta Bruzzone, autrice della prefazione, ha aperto il suo intervento al reading di presentazione dell’antologia, organizzato dall’Assessorato provinciale alla Cultura e Pari Opportunità nell’ambito delle iniziative celebrative della Giornata Mondiale della lotta alla violenza sulle donne.<< Un libro particolare e intenso>>ha detto l’assessore Maria Francesca Corigliano in apertura dell’evento<<che ho voluto presentare lasciando ampio spazio all’interpretazione dei bravissimi attori. Ognuno dei sei racconti letti rappresenta un punto di vista diverso, ognuno una diversa forma di violenza. Il dramma del femminicidio è enorme ed ha implicazioni molto ampie. L’annientamento della donna è l’aspetto evidente, ma non deve sfuggire il dolore e il vuoto in cui sprofondano i figli, privati della serenità indispensabile per costruire un progetto di vita normale. Ringrazio, insieme con la criminologa Roberta Bruzzone e con gli attori Francesco Liuzzi, Francesca Marchese e Rossana Micciulli, gli amministratori e i rappresentanti del mondo dell’associazionismo e della scuola che sono presenti. Ognuno di noi può e deve impegnarsi per affermare la cultura del rispetto della donna, della condanna di ogni forma di violenza e della lotta all’omertà. Mai più dovrà prevalere, di fronte alla conoscenza di abusi e violenze, la logica del “non sono fatti miei”.>>
I brani letti hanno destato profonda emozione arrivando dritti al cuore dei presenti grazie alla magnifica interpretazione degli attori. A fare da sfondo alcune sagome femminili con scritti i nomi delle donne calabresi vittime di femminicidio, realizzate dal Circolo della Stampa “Maria Rosaria Sessa” rappresentato dal Presidente Gregorio Corigliano e dalla Vice Presidente Rosellina Arturi. Incisivo il messaggio di Roberta Bruzzone: <<Il femminicidio in Italia, secondo una stima dell’ONU, è molto ben tollerato perché nella mentalità corrente uomo e donna non sono considerati allo stesso livello paritario, quasi la donna fosse un disvalore. In una società civile che si rispetti intercettare questo tipo di situazione e contrastarlo significa fare prevenzione, adoperarsi perché non accada più a nessuna mai, questione sulla quale tutti, nessuno escluso, dovremmo trovarci tenacemente impegnati ad oltranza.>>