Rubavano nei negozi le due donne romene denunciate a piede libero al termine delle indagini condotte dai poliziotti della sezione antirapina della Squadra mobile diretti dal commissario capo Antonio Miglietta. Ciò che indigna, in misura maggiore del reato di furto, in questa vicenda che sa di marcio e di emarginazione non tanto sociale ma soprattutto culturale, è l’uso sistematico dei bambini come strumento essenziale per la buona riuscita dei colpi. Il piano delle due donne ha funzionato a meraviglia per un po’ di tempo: il che la dice lunga sull’addestramento che certe etnie dell’est europeo compiono sui minori. Era essenziale che i bambini facessero un po’ di caciara: essenziale perché loro potevano, così, far man bassa di merce e darsela a gambe, prima che i negozianti si accorgessero del trucco. Che poi all’occorrenza: qualora qualcuno si fosse accorto anzitempo del raggiro c’erano sempre i bambini a coprire la fuga delle due donne.