«Dobbiamo coniugare speranza e sacrificio, impegno e visione. Puntare alla crescita come soluzione per superare la crisi del Paese. Non abbiamo bisogno di uomini duri o straordinari, ma di portatori di soluzioni». E’ quanto ha dichiarato il Vice Presidente nazionale di Confindustria con delega al credito, Vincenzo Boccia, nel concludere i lavori del convegno organizzato dagli Industriali della provincia di Cosenza, dal titolo “Alla ricerca del credito perduto”, che ha registrato anche gli interventi del Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca, del Direttore Rosario Branda, della Vice Presidente della Regione Calabria Antonella Stasi e del Direttore Generale di Ubi Banca Carime Raffaele Avantaggiato. «Esiste una questione industriale che è nazionale, non meridionale o settentrionale. Se vogliamo essere un paese industriale - ha continuato Boccia - occorre dare un orientamento preciso alla politica economica, costruendo tutti insieme quella discontinuità che si traduce nel fare cose diverse dal passato, lavorando ad un’agenda per la competitività. Un lavoro che deve vedere in prima linea la politica, l’impresa, il sistema del credito». Della necessità di individuare «soluzioni che possano far incontrare nel concreto due esigenze: quelle delle banche che lamentano la mancanza di reali occasioni di investimento e quelle delle imprese che denunciano tanto la riduzione delle linee di credito in essere, quanto l'accesso a nuovi finanziamenti» ha parlato il Direttore Rosario Branda. “Alleanza e sinergia vera” sono i concetti più volte ribaditi dal Presidente di Confindustria Cosenza Natale Mazzuca che ha richiamato la necessità di «ricostruire quel rapporto tra sistema finanziario e sistema delle imprese che ha permesso il grande miracolo italiano. Dobbiamo tener presente che il credito rappresenta uno dei pilastri fondamentali per la crescita e lo sviluppo e che lo stesso svolge un ruolo sociale di legalità perché si pone come freno al dilagare di fenomeni, come l’usura, che al Sud ha dimensioni davvero allarmanti. Oltre alla crisi - ha dichiarato Mazzuca - molti imprenditori sono spinti nella morsa dell’usura per il pagamento delle tasse! E’ necessario pensare alla costruzione di un percorso virtuoso che faccia recuperare l’arretramento economico della regione e questo non può prescindere dalla concessione di finanziamenti e di credito al sistema economico». Di mancanza di risorse nazionali, della necessità di impegnare quelle provenienti dal bilancio regionale nella sanità e degli eccessivi vincoli derivanti dall’utilizzo dei fondi comunitari ha parlato la Vicepresidente della Giunta regionale Antonella Stasi che ha sottolineato come «la Regione ha avuto la capacità di mettere insieme determinate risorse ma probabilmente non ha sputo trovare le formule più giuste per farle arrivare alle imprese. E’ il caso del fondo “Jeremie” che ha una dotazione di 80 milioni di euro ma che vede istruite pratiche solo per 10 milioni, oppure dello strumento denominato “Mezzanine financing” che sta vedendo impegnate solo la metà delle somme a disposizione. Tali fondi, utilizzati oggi in una percentuale bassissima, devono necessariamente essere spesi entro il 2015. Ci stiamo battendo affinché venga allentato il Patto di Stabilità e per creare un unico strumento di ingegneria finanziaria che supporto realmente le imprese». A dare risposte per conto del gruppo bancario che rappresenta, il primo per sportelli presenti nella regione, è stato il Direttore Generale di Ubi Banca Carime Raffaele Avantaggiato. «Non dobbiamo dimenticare che la banca è un’impresa, che deve dare conto agli azionisti e che deve essere capace di autofinanziarsi. Siamo obbligati ad operare riferendoci a precisi criteri – ha sottolineato il Direttore Avantaggiato - ed è nostro compito sostenere impieghi di qualità. Siamo passati negli ultimi tre anni, in Calabria, da 1 miliardo e 400 milioni di impieghi a 1 miliardo e 749 milioni. La domanda di credito si è fortemente contratta, comportando una riduzione nelle erogazioni, perché gli imprenditori non investono, i fatturati diminuiscono e le famiglie sono in grande difficoltà. Il dato più allarmante è che una famiglia su tre in Calabria è a rischio povertà e che il “costo del credito”, rappresentato dai crediti che non tornano, è aumentato del 135% in tre anni perché le imprese e le famiglie non sono capaci di restituirli. Siamo quindi d’accordo a creare sinergie tra i nostri sistemi perché altrimenti non avremo più l’opportunità di fare il nostro lavoro». Il denominatore comune di tutti gli interventi è rinchiuso in poche parole chiave: nuova alleanza tra sistema finanziario, politica ed impresa, fiducia diffusa, discontinuità reale, impegno, responsabilità e dignità ruolo. L’auspicio di Confindustria Cosenza è che si registrino al più presto i primi segnali di una ripresa che ancora appare lontana.