Come scoraggiare i malati, come spingerli a non curarsi. Sembra paradossale, il meccanismo deciso dall’ASP di Cosenza per l'accesso alle sedute di psicoterapia. Una vera e propria corsa ad ostacoli improponibile per i pazienti con disturbi mentali che già faticano a seguire la terapia, un ulteriore disagi per i familiari. Il paziente deve andare al servizio per ritirare il modulo, firmato dallo specialista da allegare all'impegnativa, poi deve farsi prescrivere dal medico curante il trattamento psicoterapeutico, quindi si deve recare al CUP con l'impegnativa e il modulo firmato dallo specialista, per regolarizzare la prestazione ovvero il ticket. E non finisce qui perché tutto questo andirivieni va ripetuto per ogni seduta, mentre prima l’ter era valido per otto prestazioni. Immaginate lo stress e le difficoltà per il paziente con disturbi mentali per ogni arrivare alla seduta. Eppure la psicoterapia è da considerarsi una prestazione terapeutica continuativa ( generalmente 1-2 sedute a settimane). L'iter deciso dall'ASP produce inevitabilmente liste d'attesa per accedere alla prestazione, mai avute prima); difficoltà di accesso al servizio da parte di pazienti fragili; aggravio di problemi organizzativi, economici e di tempo per i pazienti e, quando sono fortunati e li hanno, per i familiari. chi ha in cura. La psicoterapia è un fattore importante di un programma terapeutico a medio e/o a lunga scadenza che aiuta a ridurre l'incidenza dei ricoveri e a limitare la spesa farmaceutica. Ma in questo modo non può essere efficace.
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