
La Calabria dimenticata. Oltraggiata dalla devastazione ambientale, tenuta in ostaggio da faccendieri spregiudicati che ne hanno inquinato e compromesso l’immenso patrimonio naturalistico. L’appello lanciato dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, e dai vescovi campani perché si bonifichi la “Terra dei fuochi” riporta alla memoria tre aree della nostra regione rimaste invase dai rifiuti tossici interrati per anni clandestinamente. Aree nelle quali è stranamente cresciuto tra la popolazione il numero delle patologie tumorali. Ma se in Campania lo sdegno della gente e le confessioni del collaboratore di giustizia Carmine Schiavone hanno finalmente abbattuto il muro del silenzio, in Calabria è ancora la rassegnazione a giocare un ruolo colposamente fondamentale. Le zone a rischio della nostra regione sono quella del Cassanese dove sono stati interrati per anni ferriti di zinco, quella a ridosso del fiume Oliva che celano sostanze inquinanti e il perimetro della Marlane di Praia dove si sospetta possano essere stati nascosti fanghi tossici. Nelle tre aree si è registrato un aumento del numero delle patologie tumorali. Significativo l’ap - pello lanciato nelle scorse settimane dal sindaco di Cassano perché si compia un monitoraggio scientifico.
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