La drammatica situazione di chi, pur avendo la fortuna di lavorare, non percepisce regolarmente lo stipendio e non da un imprenditore in difficoltà, ma dalla regione. Ecco la lettera aperta che un dipendente dell’ARSSA ha scritto al Presidente della Regione, all’Assessore all’Agricoltura Michele Trematerra, alla Giunta e Consiglio Regionale tutto, al Commissario Arssa, al Direttore generale Arsac, e ai dirigenti di Arssa e Arsac: “ Sono un dipendente Arssa, mi chiamo Pierpaolo Noce e con la presente vorrei manifestarvi tutto il malcontento e la delusione, dovuti all’ennesimo ritardo del pagamento degli stipendi. So che probabilmente questa mia nota passerà inosservata e che il contenuto non lederà le vostre coscienze, so che queste mie parole, con molta probabilità serviranno solo ad infastidirvi. Voi, di sicuro NON potete immaginare le difficoltà che si incontrano quando si vive (sopravvive) con mille euro al mese e quando dette spettanze arrivano a singhiozzo, allora le difficoltà diventano un dramma e quando si è costretti addirittura fare i conti con solleciti di pagamenti, con spese di mora ,il dramma sfocia in disperazione. Ma è inutile, tanto voi non potete capire, questo linguaggio “di basso livello”, di umiltà, come non possono capire i sindacalisti, che hanno perso completamente il senso d’orientamento, schierandosi in alcuni casi dalla parte degli “ingiusti”, perdendo totalmente la loro credibilità. Non potrete capire fino a quando non arriverà il giorno che noi comuni mortali attendiamo con ansia, il giorno in cui perderete la “vostra” poltrona, allora forse anche voi sarete costretti a trascorrere le festività natalizie senza stipendio, allora anche voi sarete costretti a negare qualcosa di prima necessità ai vostri figli, solo allora capirete, ma per ora, l’unica cosa che potete fare, è abbassare il capo e vergognarvi, si, vergognarvi per questo ennesimo fallimento”.