Un terremoto annunciato dai fatti. Dopo perizie, verifiche e accertamenti condotti in tutta la Penisola, i pm Salvatore Di Maio e Paola Izzo hanno chiuso l’in - chiesta sul sangue infetto. Una inchiesta partita dopo la morte di Cesare Ruffolo (nella foto), un pensionato di Rende che, nel luglio dello scorso anno, mentre si stava sottoponendo nel Centro trasfusionale dell’ospedale dell’Annunziata di Cosenza a una banale trasfusione, contrasse una infezione fatale. Nella sacca contenente il liquido ematico, infatti, c’era annidato un batterio che l’uccise in poche ore. I magistrati inquirenti, d’ac - cordo con il procuratore capo, Dario Granieri, hanno firmato dieci avvisi di conclusione indagine a carico di altrettante persone. Fra gli indagati ci sono il direttore generale dell’azienda ospedaliera Paolo Gangemi, il direttore sanitario aziendale Francesco de Rosa e il direttore del centro trasfusionale della stessa azienda, Marcello Bossio. Devono rispondere di rifiuto d’atti d’ufficio in relazione alla mancata adozione di un piano adeguato di azioni correttive rispetto a 65 criticità rilevate dal settembre 2012 da una struttura di controllo della Regione Calabria dopo una visita ispettiva effettuata nel servizio trasfusionale del capoluogo bruzio.
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