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De Santis confermato
segretario Fisac Cgil

foto gazzetta del sud

Dario De Santis confermato  segretario della Fisac Cgil nel corso del congresso che si è tenuto a Cosenza. L’assemblea  contraddistinta dal dibattito che ha registrato  la testimonianza di una lavoratrice, che sta pagando in termini di mobbing e stolking la sua scelta di essere mamma. Dal palco, questa lavoratrice ha raccontato la sua vicenda, le minacce, indirettamente rivolte anche ad altri, le contestazioni disciplinari immotivate, le pressioni affinché si dimetta.  In apertura dei lavori, nella sua relazione, lo stesso De Santis ha riferito l’esito delle 13 assemblee di base: “Hanno partecipato 400 tra lavoratrici e lavoratori su 567 iscritti, pari al 70,54%, un dato superiore a quello del precedente congresso”. De Santis si è poi soffermato sulle problematiche che il comparto del credito e quello assicurativo vivono in provincia di Cosenza. “I due settori sono stati investiti da tempo dalla crisi, la stessa Banca d’Italia ha lasciato il capoluogo bruzio, mentre tutte le banche e molte compagnie assicurative hanno ridimensionato la loro presenza”. Tra tutte le vertenze, il confermato segretario della Fisac Cgil ha citato quello della Carime, considerata emblematica. “Basti pensare – ha sottolineato – che gli uffici di Vaglio Lise, in poco più di un decennio, hanno visto scendere i lavoratori occupati da oltre 800 a poco più di 100. Per non parlare poi del commissariamento di alcune Bcc, a partire da quella di Cosenza”. “Nel settore della riscossione – ha proseguito – non mancano tensioni, dovute essenzialmente al nodo mai risolto del carattere in parte pubblico di Equitalia. Senza dimenticare la vicenda di Calabria It, per la quale la Regione Calabria, non solo si rifiuta di dare attuazione a una legge regionale, ma sembra non volersi assumere le proprie responsabilità per la salvaguardia di decine di lavoratori”. Il segretario della Fisac Cgil ha lanciato infine uno sguardo sull’immediato futuro: “Ritengo doveroso che nei prossimi mesi, nel nostro territorio, si apra una riflessione sulle questioni che riguardano il credito, inteso come volano di sviluppo in una regione, come la nostra, dove le condizioni di accesso sono particolarmente difficili e più onerose. Senza contare che chiudere i cordoni della borsa può spingere anche l’imprenditoria sana nelle mani della criminalità organizzata che rischia di diventare l’unica ‘banca del Sud’”.

 

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