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Cantante morì in clinica, 11 medici davanti al gip

Luigi Ferraro non c’è più da oltre un anno. È morto, proprio nel giorno del suo ventinovesimo compleanno, in una clinica di Bari, dopo un calvario durato due settimane. Era febbraio del 2013 e in tutti questi mesi, la Procura del capoluogo pugliese è andata alla ricerca della verità su quel decesso imprevisto. Il pm Luisa Giorgio ha scavato tra le cartelle cliniche e la documentazione terapeutica esplorando anche i temi affrontati nella voluminosa consulenza firmata dalla docente Margherita Neri dell’Università di Foggia e dal collega Gabriele Di Giammarco dell’ateneo di Chieti, ai quali la magistratura aveva affidato il compito di investigare sulle cause del decesso. Un dossier che rivela una sconvolgente (ancora comunque ipotetica) verità. «Le risultanze dell’esperimento settorio, delle indagini istologiche e dell’analisi della storia clinica di Ferraro riconducono la morte dello stesso per ad un arresto cardiaco causato da un tamponamento cardiaco e cospicua perdita ematica conseguente a deiscenza di un punto chirurgico localizzato sull’aorta ascendente, in soggetto sottoposto a recente intervento di valvuloplastica aortica e affetto da importante processo infettivo batterico del sito chirurgico, sostenuto da Staphylococcus aureus, con polmonite consessuale...». Una morte che gli specialisti hanno ritenuto, dunque, intendere come evento riconducibile a un importante processo infettivo nosocomiale. Nell’inchiesta della Procura di Bari figurano indagati otto cardiochirurghi, due anestesisti e un cardiologo. Undici professionisti che in qualche modo sono entrati in contatto con la giovane vittima durante la degenza in clinica. I sanitari sott’inchiesta dovranno comparire davanti al gip Marco Galesi il tre luglio per l’udienza camerale.

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