Mercanti di automobili. Gente capace di spostare in una manciata di giorni vetture dalla Calabria alla Bulgaria, perdippiù dotandole di documenti nuovi e di tutto il necessario per reimmetterle sul mercato pulite pulite. Perché, ovviamente, le macchine vengono esportate illecitamente. All’insaputa dei proprietari che magari le hanno lasciate in concessionaria in conto vendita per cercare un acquirente. È un complicato intreccio di raggiri, denaro e complicità, su cui ha acceso i riflettori la procura di Cosenza col pm Salvatore Di Maio a coordinare l’indagine in stretta collaborazione col procuratore Dario Granieri. Tutto è partito dalla denuncia di alcuni proprietari, coinvolti in episodi diversi, i quali hanno raccontato d’avere affidato la pro- pria automobile ad alcune concessionarie per venderle, e nei giorni successivi di non averle trovate esposte. Non perché fossero state piazzate ma poiché erano finite oltre confine. Il magistrato inquirente ha cominciato a lavorare sul caso assieme alla polizia stradale cui ha delegato una serie di accertamenti. In particolare gli investigatori in divisa lavorano per appurare quanti livelli sono coinvolti nel traffico. A esempio se ci sono responsabilità degli sportelli telematici automobilistici. Al momento sono due i singoli fascicoli d’indagine avviati dal pm Di Maio, ma è possibile che nei prossimi giorni ne siano aperti altri. Truffa e falso le ipotesi d’accusa formulate dal magistrato inquirente, il quale però sta valutando la possibilità di contestare anche il riciclaggio alle quattro persone iscritte nel registro degli indagati. I responsabili del mercato parallelo sono particolarmente abili nelle falsificazioni: anzitutto di carte d’identità e della documentazione relativa alle vetture esportate. Che con ogni probabilità viaggiano su gomma, caricate su bisarche che attraversano tutta la Penisola e mezza Europa. Evidentemente senza mai incorrere in controlli e verifiche.