C’è, da qualche giorno, un altro significativo pezzo della già ricca e variegata presenza italiana e calabrese, nella cultura e nella società dell’Argentina. Un elemento di novità che rafforza, ancor più, il profondo legame e la storia di questi due paesi, caratterizzata da momenti spesso difficili, ma anche da esperienze positive ed esaltanti. E da esemplari figure e contributi, che resistono al tempo e alle mode. Il merito di questo nuovo, importante tassello, che arricchisce il mosaico dei rapporti e delle relazioni tra Italia e Argentina, è dell’Università della Calabria, che ha deciso di inserire il letterato (ma anche fisico) Ernesto Sabato nella prestigiosa galleria dei laureati ad honorem dell’Ateneo. L’iniziativa, in verità, aveva preso le mosse nel 2006, dopo che il Senato Accademico dell’Unical aveva dato il proprio assenso alla delibera assunta all’unanimità dal Consiglio dell’allora Facoltà di Scienze Politiche, relativa al conferimento della laurea honoris causa in Diritti umani al grande letterato, nato in Argentina da genitori calabresi. Per ragioni diverse, e per impedimenti dovuti anche all’età e alle precarie condizioni di salute di Sabato, l’Ateneo di Arcavacata non aveva potuto organizzare la relativa cerimonia, né consegnargli la pergamena di laurea, attribuitagli per l’intensa e fondamentale azione umanitaria e democratica, oltreché per l’impegno civile e sociale di cui il prof. Sabato si era reso protagonista in Argentina. Un “vuoto” lunghissimo colmato nei giorni scorsi dal Prorettore dell’Università della Calabria, prof. Guerino D’Ignazio, che a Buenos Aires, dove era impegnato in un convegno internazionale sul tema: “Globalizzazione e Diritto”, ha potuto finalmente compiere l’atto finale del percorso avviato nel 2006 dalla Facoltà di Scienze Politiche. E se, il prof. D’Ignazio, non ha avuto purtroppo il privilegio di consegnare la laurea direttamente al grande romanziere, nel frattempo scomparso, quasi centenario, il 3 maggio 2011, non ha mancato di vivere una cerimonia emozionante e carica di significati, insieme alla nipote diretta del grande letterato, Isabelita Sabato, che ha espresso la gratitudine e l’apprezzamento della famiglia per il riconoscimento assegnato dall’Università della Calabria all’illustre zio. La pergamena, adesso, è conservata nella Casa Museo dove Ernesto Sabato abitava e nella quale sono custodite le sue opere e le “tracce” di un impegno culturale, civile e democratico che l’ha reso famoso in tutto il mondo. Ma chi è stato Ernesto Sabato? E perché, soprattutto i giovani, hanno il dovere di conoscerlo e di apprezzarne l’esperienza umana, scientifica e culturale? Figlio di immigrati italiani originari della Calabria (il padre, Francesco Sabato, era nativo di Fuscaldo mentre la madre, Giovanna Maria Ferrari, era un'arbëreshë nativa di San Martino di Finita), Sabato era il decimo di undici figli e nacque poco tempo dopo la morte del suo nono fratello, Ernestito, da cui prese il nome. Terminata la scuola elementare nella città natía, Rojas, dove aveva visto la luce il 24 giugno 1911, frequentò la scuola secondaria nel "Colegio Nacional " di La Plata, dove conobbe il professore Pedro Henríquez Ureña che, come lui stesso affermò più volte, lo indirizzò alla letteratura. Nel 1929 s'iscrisse alla Facoltà di Scienze Fisico - matematiche dell'Università Nazionale de La Plata. Fu un militante del movimento di Reforma Universitaria, fondando il Grupo Insurrexit nel 1933. In quello stesso anno fu eletto segretario generale della federazione giovanile comunista e durante un corso sul marxismo conobbe Matilde Kusminsky Richter, una studentessa di 17 anni che abbandonò la casa dei suoi genitori per andare a vivere con lui. Nel 1934 cominciò ad avere dubbi sul comunismo e la dittatura di Stalin. Il partito, che avvertì questo cambiamento, decise di mandarlo alle scuole leniniste di Mosca, un luogo dove, secondo le parole di Sabato “o si «guariva» o si finiva in un gulag o in un ospedale psichiatrico". Il 25 maggio del 1938 nacque il suo primo figlio, Jorge Federico. Dopo aver conseguito il dottorato in fisica e seguito i corsi di filosofia, verso la fine degli anni Trenta si recò a Parigi dove restò per due anni, interrotti da un breve soggiorno in Argentina. Due anni decisivi prima della guerra in cui condusse una doppia vita: assistette ai corsi della Sorbona e lavorò come ricercatore sulle radiazioni atomiche presso il Laboratorio Curie a fianco d'Irène e Frédèric Joliot-Curie, mentre di sera frequentava a Montparnasse i poeti surrealisti di cui aveva fatto conoscenza. Ritornato definitivamente in Argentina proseguì con i suoi lavori sulla relatività. Nel 1940 insegnò all'università di La Plata e nel 1945 abbandonò definitivamente le scienze fisiche per dedicarsi esclusivamente alla letteratura e alla pittura. Si stabilì nei dintorni di Pantanillo, nella provincia di Córdoba, in un ranch senza acqua e luce. Alla fine della seconda guerra mondiale, nacque il suo secondo figlio, Mario Sabato. Svolse un ruolo importante nella storia argentina post-golpista, durante il governo di Raúl Alfonsín, in quanto fondatore e primo presidente della CONADEP, la Commissione che si occupò delle ricerche e delle denunce relative ai desaparecidos della dittatura militare del 1976-1983 e che produsse il corposo dossier Nunca más (Mai più). Sabato è il celeberrimo autore della trilogia romanzesca composta da «Il tunnel» (1948), «Sopra eroi e tombe» (1961), considerato il suo capolavoro, e «L'angelo dell'abisso» (1974), tutti tradotti in italiano da Einaudi. Laureato in fisica e seguiti i corsi di filosofia all'Università de La Plata, Sabato lavorò come fisico sulle radiazioni atomiche presso il Laboratorio Curie che lasciò nel 1945 per dedicarsi alla letteratura. Negli anni Trenta divenne un dirigente del Partito Comunista argentino, dal quale venne inviato in Europa, prima a Bruxelles poi a Parigi. Nel 1940 ritornò in Argentina come professore di fisica all'Universidad de la Plata di Buenos Aires. Sabato svolse un ruolo importante nella storia argentina post-golpista, durante il governo di Raul Alfonsìn in quanto fondatore e primo presidente della Conadep, associazione che si occupò delle ricerche e le denunce relative ai desaparecidos della dittatura militare del 1976-1983; ricerche e denunce queste che portarono poi ai vari processi dei capi militari di quegli anni. Nel 1983 il governo di Alfonsìn lo nominò presidente della Commissione nazionale sui desaparecidos. Ernesto Sabato era cittadino italiano dal 1999. Aveva ricevuto nel novembre di quell'anno il passaporto, concesso durante una cerimonia all'ambasciata italiana a Buenos Aires, occasione nella quale era stato inoltre insignito con la medaglia d'oro alla cultura. «Questo premio mi permette di recuperare le radici che con tanta nostalgia mi hanno trasmesso i miei genitori», aveva sottolineato Sabato visibilmente commosso.