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Sequestro da 11 mln
a cosca Serpa

Gli inquirenti l’hanno denominata non a caso “Tramonto”, tramonto di uno degli imperi della ndrangheta del tirreno cosentino, tramonto di una cosca storica, quella dei Serpa di Paola, perché, ne sono convinti il procuratore della DDA di Catanzaro, Antonio Vincenzo Lombardo e il sostituto, Pierpaolo Bruni, titolare delle indagini, il provvedimento eseguito all’alba di oggi dai carabinieri e dalle fiamme gialle di Cosenza, infligge un colpo mortale alla consorteria. Sequestrati  beni per 11 milioni di euro. Un patrimonio ingente acquisito secondo l’ipotesi investigativa, accolta dalla sezione misure  di prevenzione del tribunale di Cosenza che ha emesso il decreto, con attività illecite dalla cosca ai cui vertici da tempo ci sarebbe Nella Serpa, lady di ferro, finita in manette nel 2012 nell’ambito della maxi operazione Tela di Ragno che ha visto l’esecuzione di 63 arresti per associazione mafiosa, omicidio e tentato omicidio, estorsione. Sarebbero riconducili a lei, direttamente o indirettamente,  i beni a cui sono stati apposti i sigilli: una ditta che si occupa di impianti idraulici, e che avrebbe ottenuto importanti appalti pubblici con affidamento diretto dall’ASP di Cosenza, 15 tra magazzini e appartamenti, un bar, due alberghi, un noto lido, autovetture, moto e numerosi rapporti bancari per circa 600 mila euro. Un lungo e certosino lavoro di riscontri, ricostruzioni, accertamenti quello dei carabinieri e delle fiamme gialle di Cosenza per individuare provenienza e reale proprietà dei beni. Come sempre in questi casi a far scattare le indagini l’evidente sperequazione tra i redditi dichiarati da Nella Serpa e dal suo nucleo familiari e l’effettiva disponibilità patrimoniale accumulata negli ultimi 20 anni. nella Serpa, hanno detto gli inquirenti, dichiarava solo 6 mila euro all'anno. 

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