Verifica su reperti mai esaminati e sul motorino. Forse ad una svolta il processo per l’omicidio di Roberta Lanzino, la studentessa di Rende uccisa , dopo essere stata violentata, nelle montagne di Falconara Albanese il 26 luglio del 1988, mentre a bordo del suo motorino stava raggiungendo Torremezzo. Nel corso dell’udienza odierna, la corte ha disposto l’analisi da parte dei RIS di Messina di alcuni reperti neutri non ancora indagati, lasciati in archivio. Se i reperti tenuti chiusi in una scatola dal 1988 contenente un coltello, parte degli indumenti di Roberta e del terriccio prelevato nel luogo dove è stato rinvenuto il corpo, e salvati dallo strano destino la sparizione che ha interessato altri campioni importanti, più il braccialetto che Roberta aveva il giorno della sua morte, riusciranno a ‘parlare’ nei laboratori dei RIS, beh non solo si potrebbe avvalorare l’impianto accusatorio, ma dare ai genitori di Roberta, Franco e Matilde Lanzino la certezza che non è rimasto nulla di intentato. Disposto anche l’esame del motorino di Roberta, custodito nella caserma dei carabinieri di Paola. Operazione avviata subito dopo l’udienza dai RIS. Anche la difesa di Francesco Sansone, l’imprenditore agricolo di Cerisano, con un ergastolo sulle spalle, accusato di essere stato lui con Luigi Carbone, il pastore sparito per lupara bianca un anno dopo, ad aver violentato e ucciso Roberta, ha nominato il suo consulente, il prof. Vincenzo Pascali mentre la parte civile ha nominato il criminalista Luca Chianelli, il prof. Giardina e la genetista Elena Falcone. Tra 60 giorni i risultati. Dunque, a distanza di 26 anni e dopo innumerevoli pasticci investigativi si affaccia la possibilità di individuare, grazie alle nuove tecniche, elementi utili per far luce su uno dei delitti più atroci della storia calabrese. Un delitto rimasto sinora senza colpevoli, un delitto che chiede ancora giustizia. A rendere ancora più incredibile e inaccettabile la tragedia le varie peripezie giudiziarie, la superficialità delle indagini, la sparizione dei reperti, i clamorosi depistaggi. Certo non sarà facile trovare tracce di DNA utili, visto il tempo trascorso, la possibilità che i campioni siano ormai degradati irrimediabilmente, i dubbi sulle tecniche di repertamento e conservazione, ma si potrà almeno dire che in questo mistero, non restano tasselli inesplorati.