Cosenza

Venerdì 25 Aprile 2025

Sacerdote vendeva su eBay le reliquie rubate nella basilica

  Una storia impossibile. Una di quelle storie che sembrano inventate da un geniale scrittore per dar corpo, ritmo e originalità ad un libro altrimenti destinato a marcire sugli scaffali di vendita. Il misterioso venditore di reliquie rubate che impazza da qualche tempo su eBay non è un incallito ricettatore, né un astuto ladro sacrilego a capo di una rete di “compari” attiva su tutto il territorio nazionale. No. L’uomo che offriva al mondo una parte del mantello di San Francesco di Paola, un pezzo di Croce, un segmento della corona di spine di Cristo e la spugna usata per asciugare il sangue del figlio di Dio è un sacerdote. Si, un prete originario di Corigliano ma residente a Roma che ha evidentemente deciso così di arrotondare le personali entrate garantite solo dallo stipendio di pastore della chiesa. L’hanno scoperto i carabinieri del Nucleo di tutela del patrimonio culturale. È difficile che in Italia qualcosa di riferibile alla commercializzazione illecita di opere d’arte e oggetti sacri possa sfuggire a questa eccellente struttura investigativa, diretta in Calabria dal capitano Carmine Gesualdo. Sono stati questi investigatori dell’Arma a recuperare, nel recente passato, negli Usa, in Svizzera e in Germania reperti archeologici rubati in Meridione. E sempre loro hanno ritrovato in giro per l’Italia dipinti, pissidi, statue e arredi sacri sottratti al patrimonio della chiesa calabrese. Immaginare, però, che un prete potesse mettersi a vendere sulla rete globale beni di particolare valore e interesse storico-religioso era davvero difficile. E invece, nella residenza romana del sacerdote sono state ritrovate, durante una mirata perquisizione, le reliquie rubate nella basilica di Veroli (Frosinone) nel lontano 2007. Al capitano Gesualdo il singolare “venditore” ha farfugliato delle spiegazioni che, naturalmente, non hanno convinto gl’investigatori. Anche perché le reliquie erano offerte agli acquirenti a prezzi tutt’altro che contenuti: le somme richieste oscillavano tra i cinquemila e i diecimila euro. Ma non è finita. Già, perché i militari hanno trovato accanto alle reliquie pure i “certificati di autenticità” in pergamena sottratti all’epoca dai misteriosi ladri nella chiesa laziale. Il religioso, ora formalmente indagato, dovrà fornire una versione dei fatti credibile al magistrato inquirente che tra qualche giorno l’interrogherà. Legittimo chiedersi e chiedergli: ha rubato lui i reperti, oppure li ha ricevuti in consegna da qualcun altro?

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