Che queste regionali siano accompagnate da problemi e polemiche non è una novità. Dal balletto delle date alla commedia delle primarie per legge. Addirittura vanno a cozzare anche contro la canonizzazione di Fra Nicola da Longobardi, il primo minimo dopo San Francesco di Paola ad essere proclamato santo. Un evento che forse in un’altra regione avrebbe avuto più attenzione e riguardi. Ora si adombra lo spettro della mancanza di fondi. Pare che non ci sia la copertura per le operazioni di voto a cominciare dalla stampa delle schede, al materiale di cancelleria, dal rimborso degli scrutatori a quello dei comuni per gli adempimenti previsti. E il tutto perché nell’ultima seduta del consiglio regionale, quella per intenderci in cui i consiglieri sono spariti dall’aula durante una sospensione lasciando Palazzo Campanella come i topi in fuga da una casa che brucia, non si è riusciti ad approvare la variazione di bilancio finalizzata al finanziamento delle attività connesse al voto. Si è pensato a sfornare nomine, ad affidare incarichi, ma non a chiudere ad esempio vertenze importanti e addirittura a prevedere la copertura delle spese per il voto del 23 novembre. E non sono bruscolini. Nel 2010 il costo si è aggirato sugli 11 milioni. Come si farà? Sicuramente il modo si troverà, magari nella prossima legislatura si procederà con una operazione di risanamento. Ciò che fa riflettere è il metodo, l'approccio alla gestione.
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