Il “nemico”. Pierpaolo Bruni, pm antimafia della Dda di Catanzaro, è un irriducibile avversario delle cosche calabresi. Ha condotto inchieste contro i clan crotonesi, vibonesi e cosentini dando filo da torcere non solo a boss e picciotti ma pure ai loro fiancheggiatori istituzionali e imprenditoriali. È per questo che qualcuno ha pensato di farlo fuori. Lungo la superstrada 107, l’arteria stradale che il magistrato percorre solitamente per raggiungere da Crotone la sede processuale di Cosenza dove spesso è impegnato in dibattimento. La “soffiata” – credibile ed esaustiva – arriva dal carcere. Un detenuto, infatti, avrebbe informato un funzionario della Polizia Penitenziaria di quanto potrebbe a breve accadere. E le indicazioni fornite sarebbero così precise da far rabbrividire. L’uomo, pur essendo recluso, sarebbe stato informato dai “compari” rimasti in libertà che il magistrato viaggia a bordo di una Bmw 320 blindata di colore grigio, protetto solo da due guardie del corpo. E che il punto ideale per colpirlo sarebbe una galleria posta lungo la superstrada che attraversa la Sila. Una galleria nei cui pressi vi sarebbero installate delle telecamere. Di più. Il detenuto avrebbe inoltre rivelato che il pm Bruni è da tempo pedinato e questa circostanza spiegherebbe la precisione delle informazioni assunte dalle cosche in merito al dispositivo di sicurezza messo in piedi per proteggerlo. Il disegno criminale coinvolgerebbe le consorterie mafiose crotonesi e cosentine e, forse, anche quelle lametine. Il latore delle confidenze ha immediatamente redatto una “relazione di servizio” che è stata trasmessa alla Procura distrettuale diretta da Antonio Vincenzo Lombardo. Che qualcosa di grave stesse preoccupando le forze dell’ordine lo si era capito nell’ultimo fine settimana per via della presenza d’investigatori intenti a eseguire sopralluoghi lungo il tracciato della Ss 107. Una presenza discreta ma visibile. È tuttavia impossibile saperne di più. Nessuno apre bocca e non ci sono conferme ufficiali. Con ogni probabilità, però, le Prefetture sia di Cosenza che di Crotone potrebbero essere a conoscenza della situazione. Pierpaolo Bruni è un uomo schivo, non ama la ribalta, ma è uno degli alfieri della lotta alla ’ndrangheta in Calabria.
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